A Francavilla di Sicilia ha riacquistato tutto il suo splendore la statuetta di Santa Barbara, patrona del Comune dell’Alcantara, collocata nella capannina in legno di contrada Cappuccini (nelle immediate adiacenze del campo sportivo comunale e del cimitero) e regalata alla comunità locale dal personale del locale distaccamento del Corpo Forestale dello Stato.
Il simulacro è stato sapientemente restaurato da Elena Lo Presti (nel riquadro sulle foto, gentilmente forniteci da Valerio Riolo), diplomatasi all’Istituto Statale d’Arte di Giarre in “Catalogazione e Restauro dei Beni Culturali” e con all’attivo prestigiosi riconoscimenti conseguiti in svariati concorsi nazionali ed europei oltre che qualificanti esperienze professionali in importanti edifici sacri, come la Chiesa Madre di Leonforte (Enna), di cui ha restaurato il coro ligneo, e la Cattedrale di Ragusa.
Ma nonostante i suoi molteplici impegni altrove, la Lo Presti (che è anche un’apprezzata pittrice) non ha mai trascurato la sua comunità francavillese in quanto, ogni qualvolta le è possibile, mette generosamente al servizio della locale parrocchia la propria professionalità. Come ha fatto, ad esempio, tempo addietro restaurando la pregevole statua lignea della Madonna Immacolata, conservata nella chiesa dell’Annunziata, ed adesso con la statuetta di Santa Barbara di contrada Cappuccini, il cui “restyling” è stato solennemente salutato nei giorni scorsi con la benedizione impartita da Padre Giovanni Salvia, cappellano militare presso la Base di Sigonella, alla presenza, tra gli altri, del sindaco Lino Monea, di diversi assessori e di Natala Gullotti e Paolo Gullotto, rispettivamente comandante ispettore ed ispettore del Corpo Forestale.
La cerimonia, che ha registrato la massiccia partecipazione dei numerosi operai forestali di Francavilla e dintorni nonché dei volontari dell’associazione di protezione civile “Guardia Nazionale”, è stata ulteriormente impreziosita dai raffinati addobbi floreali gratuitamente offerti dalla giovane fiorista francavillese Trisha Sgarlata.
Rodolfo Amodeo