Associazione mafiosa, estorsioni, usura, concorso in omicidio, occultamento di cadavere, detenzione e porto illegale di armi, traffico di armi e stupefacenti, spaccio (clicca e leggi Andrea Nizza e il suo business milionario: ogni giorno un fiume di denaro. Incassi per 80.000 euro al giorno). Sono queste alcune delle accuse di cui dovrà rispondere il giovane Andrea Nizza (nella foto) alla luce del suo arresto.
La sua latitanza ha avuto inizio dopo la sua condanna in abbreviato nell’ambito del procedimento “Fiori Bianchi” essendosi all’epoca sottratto al provvedimento restrittivo contestualmente emesso dal Gup; nel corso della sua latitanza venivano emessi nei suoi confronti ulteriori provvedimenti cautelari e sentenze di condanna, nessuna delle quali ancora divenuta definitiva.
Il 12 gennaio 2015, Nizza – ancora latitante – veniva raggiunto da un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea poiché ritenuto, insieme ad altri, responsabile di associazione di tipo mafioso, estorsione ed usura aggravata in danno di un imprenditore di Mascalucia.
Il 22 giugno 2015 veniva raggiunto da ulteriore provvedimento restrittivo con cui veniva ritenuto responsabile, in concorso con altri, di omicidio, occultamento di cadavere, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo.
Per ultimo, un ulteriore provvedimento restrittivo nei confronti della famiglia di cosa nostra catanese e segnatamente del gruppo Nizza veniva eseguito il 6 luglio 2016 con l’operazione “Carthago” che portava alla sbarra 35 persone per i reati di associazione mafiosa, armi e traffico di stupefacenti, ritenute appartenenti al gruppo dei Nizza della famiglia Santapaola, capeggiato proprio da Andrea Nizza (clicca e leggi Catania, mafia: decapitato il clan Nizza. Lo spaccio di droga era “cosa loro” I NOMI LE FOTO).
L’esecuzione dell’ordinanza riguardò l’intero quartiere di Librino posto nella periferia sud della città, eletto dal clan Nizza quale centro di distribuzione di stupefacenti di vario tipo ed in particolare di hascish, marijuana e cocaina.
L’attività investigativa Carthago prese le mosse dal rinvenimento di un maxi arsenale, composto da oltre 50 armi tra kalashnikov, pistole e fucili, effettuato dai Carabinieri sulla scorta delle prime dichiarazioni del collaboratore di giustizia Davide Seminara, già uomo di fiducia di Andrea Nizza (clicca e leggi Catania, lotta alle cosche mafiose. Sequestro di armi e droga a Librino VIDEO).
Le ulteriori dichiarazioni di recenti collaboratori di giustizia, riscontrate da attività di indagine tecnica e tradizionale, consentirono di ricostruire le attività e l’organigramma del sodalizio mafioso dei Nizza, e fare, quindi, piena luce su uno dei gruppi più agguerriti ed organizzati del panorama criminale catanese.
Le investigazioni documentarono come il gruppo mafioso, operante nella zona di Librino e San Cristoforo e capeggiato rispettivamente da Fabrizio Nizza (ora collaboratore di giustizia) e Daniele Nizza (detenuto al 41 bis O.P.), e di seguito retto da Andrea Nizza, avesse acquisito un peso determinante nell’ambito delle dinamiche mafiose all’interno di Cosa Nostra catanese, anche grazie all’investitura a rango di uomini d’onore di Fabrizio e Daniele Nizza avvenuta nel giugno 2008 ad opera di Santo La Causa, Carmelo Puglisi e Vincenzo Aiello.