Mascalucia: il caso dei 5 giovani migranti “deportati” -
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Mascalucia: il caso dei 5 giovani migranti “deportati”

Mascalucia: il caso dei 5 giovani migranti “deportati”

“Le regole vanno rispettate. La casa accoglienza non era in possesso dei necessari requisiti. Il Comune ha appurato che mancavano i requisiti e ha informato la Prefettura, la quale ha disposto il trasferimento”. A parlare è il sindaco Leonardi di Mascalucia, all’indomani delle proteste degli studenti del liceo “Concetto Marchesi” di Mascalucia per il “trasferimento d’urgenza” di 5 giovani migranti ospiti del centro di prima accoglienza “Casa Horeb” di Massanunziata.

Che succede a Mascalucia? Nell’anno scolastico 2015/2016, gli insegnanti del liceo di Mascalucia, hanno dato vita al progetto “Namasté”,che ha visto assieme gli studenti del liceo e i giovani migranti di “Casa Horeb”(nella foto sopra, nel campo di calcio).

Ma, il 26 gennaio scorso, cinque dei dieci ragazzi ospitati nel centro, sono stati  “spostati d’urgenza”,  e “deportati” in un centro di Caltagirone.

Gli studenti  protestano e hanno scritto ai rappresentanti del Comune di  Mascalucia: “Cari consiglieri comunali, assessori e sindaco di Mascalucia, L’importanza di un’educazione sociale all’accoglienza e all’eguaglianza è indiscutibilmente chiara a tutti. È il compito, in particolare, dei consiglieri comunali, degli assessori, del primo cittadino, ma anche di tutti i membri di una società, assicurarsi che tutto il Comune e tutti i cittadini ne siano istruiti e sensibilizzati. E, quando si presentano casi come quello di giorno 26 gennaio, è chiaro ed evidente che tale istruzione manca. Gli avvenimenti di questi giorni sono ancora un’incognita ma ciò che è evidente è la distruzione di un nucleo familiare e sociale che aveva visto protagonisti tantissimi ragazzi della nostra scuola e i ragazzi della comunità Casa Horeb.

Noi non siamo pronti ad abbandonare i nostri amici, e per questo chiediamo spiegazioni su tutto l’accaduto. Ciò che è successo e sta succedendo va contro i principi fondamentali che ci vengono insegnati all’interno delle nostre aule, quali l’integrazione e l’uguaglianza.

Quest’avvenimento sta facendo versare lacrime amare a tutti noi e non capiamo come sia possibile che tali azioni passino inosservate e nell’indifferenza più totale. Scriviamo questa lettera per un dovere civico, che ci spinge ad abbattere i muri della disuguaglianza e del razzismo. Speriamo fortemente in un vostro riscontro per garantire i principi che dovrebbero regolare la nostra società, ma ,che, purtroppo, spesso vengono a mancare. Gli studenti del “Concetto Marchesi””.

Con gli studenti la professoressa Claudia Urzì, dell’USB-Scuola Federazione di Catania: “Sono un’insegnante di sostegno alle medie. Chiediamo ogni giorno ai nostri ragazzi il rispetto per gli altri e per loro stessi. Obiettivo primario della Scuola Pubblica Statale di questo Paese è l’integrazione perché abbiamo il compito di formare le future e i futuri cittadini di domani, rispettosi delle regole sociali e civili e parte attiva della società. Leggo questa lettera dei ragazzi del “Concetto Marchesi” di Mascalucia con le lacrime agli occhi ed emozione. I ragazzi si ribellano e chiedono di sapere chi o cosa stia portando via i loro amici, i giovani migranti, invitandoci a riflettere che gli esseri umani, da qualsiasi parte del mondo arrivino, non sono numeri, codici, sigle. Mi unisco alle richieste di questi splendidi ragazzi e dei loro insegnanti. Chiedo anche io una celere risposta ed auspico una risoluzione all’ insegna dei valori della solidarietà e della giustizia sociale”.

Il sindaco Leonardi, parla di “regole” che vanno rispettate. Bene. Ma al Comune di Mascalucia,  nessuno  si è “accorto” prima di “Casa Horeb”? Solo adesso, con i ragazzi migranti integrati, la macchina delle “regole” si è messa in moto? Peccato.

Orazio Vasta

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