"Gli appassionati" premiano il valore della lingua siciliana -
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“Gli appassionati” premiano il valore della lingua siciliana

“Gli appassionati” premiano il valore della lingua siciliana

La riscoperta del patrimonio di tradizioni culturali della Sicilia, passa dalla capacità di ascolto del dialetto sciorinato dalle vecchie generazioni. Il desiderio di interpretare e dunque di decodificare quanto comunicato dai soggetti più anziani attraverso il dialetto siciliano, costituisce inoltre per i giovani un espediente necessario ad arricchire il proprio patrimonio culturale e a trasformare gli insegnamenti in azione. Sono state queste le considerazioni formulate in occasione dell’ultimo atto del premio di poesia e narrativa intitolato “La mia lingua è il siciliano, salviamo il nostro dialetto”.

L’avvenimento, organizzato dall’associazione socio-culturale “Gli appassionati” di Riposto, ha avuto luogo nell’auditorium dell’istituto Alberghiero “Giovanni Falcone” di Giarre, alla presenza del sindaco di Giarre Angelo D’Anna, dell’assessore alla cultura di Giarre Piero Mangano, del cavaliere del lavoro Giuseppe Benanti, della docente Anna Castiglione, del docente Alfio La Spina e del cantastorie Luigi Di Pino.

Nel corso dell’avvenimento in questione, il sindaco di Giarre ha elogiato lo spirito di abnegazione profuso dall’associazione, soffermandosi sull’essenza della parola “Appassionati”. Gli appassionati, come egli ha sottolineato, sono infatti coloro che si spendono a tal punto da esprimere una produttività che supera la normalità. Essi sarebbero pertanto coloro che “mettono il cuore per realizzare qualcosa di importante”. Il sindaco ha infatti sottolineato che la passione, unita alla razionalità e alla capacità di elaborare e realizzare progetti, diviene una risorsa fondamentale per la costruzione di risultati importanti, poichè meno si è affezionati a qualcosa e minore è il numero di progetti elaborati e portati a compimento. Secondo il sindaco, rimanere ancorati alle proprie radici diventa indispensabile per costruire il proprio essere e la propria vita.

L’assessore alla cultura Piero Mangano ha invece evidenziato la sacralità della legge regionale approvata nel 2011 e riguardante l’introduzione dello studio del dialetto nelle scuole dell’isola. Nardo Mastroieni, Presidente dell’associazione socio-culturale “Gli appassionati” di Riposto, ha invece esplicitato che i componenti dell’organizzazione, curano e interpretano solo commedie dialettali.

Il cavaliere del lavoro Giuseppe Benanti ha eseguito un excursus teso a gettare luce sulla redditività del dialetto siciliano, asserendo che esso, più che un dialetto, è una lingua. Benanti ha anche tracciato una demarcazione tra i napoletani e i siciliani, sostenendo che mentre i napoletani hanno la propensione a piangersi addosso, i siciliani, fatta eccezione per i contenuti de “I Malavoglia”, dai quali traspare una tendenza della popolazione alla lamentela per i mali della terra di Sicilia, riescono ad arrangiarsi distinguendosi per la capacità di inventarsi.

Benanti ha poi evidenziato che la sequela di dominazioni succedutesi sul suolo siciliano, rappresentano un punto di riferimento necessario a mantenere le proprie radici siciliane. Allo stesso modo, il desiderio di comprendere la propria lingua e di impararla, non può prescindere dalla comprensione di ciò che l’ha generata. Secondo quanto affermato da Benanti, per essere persone complete bisogna pertanto conoscere bene la propria lingua.

Benanti si è poi soffermato sull’etimologia dei termini siciliani e su come essa svolga una funzione chiarificatrice relativamente alle origini di denominazioni che dipingono un determinato soggetto. Il termine siciliano “Vastasu”, utilizzato per tratteggiare le persone dal comportamento non irreprensibile e dunque maleducate, era anche un ‘etichetta con la quale si definivano i cosiddetti “Scaricaturi di portu”( scaricatori portuali). Tale consuetudine tesa a etichettare gli scaricatori con l’epiteto di “Vastasi” nasceva dal fatto che il termine “Vastasu” deriva dal greco “Bastazo” che significa “portare via”.

Dunque il siciliano è un codice comunicativo che racconta anche i costumi della società e le dinamiche del tessuto professionale della stessa. La docente Anna Castiglione ha invece esplicitato come la traduzione in italiano di alcuni termini siciliani, risulti spesso scolorita rispetto alla forza d’urto delle pregnanti espressioni siciliane, capaci di definire con efficacia un concetto. La docente ha poi evidenziato la funzione terapeutica della poesia, intesa come momento di sfogo e di consolazione. Essa infatti agisce come un rabdomante che fa sgorgare l’acqua anche dove esiste il deserto. Pertanto è un grimaldello che consente di accedere ad un mondo dove si dimenticano il dolore e le angosce del presente.

Per quanto concerne i premi assegnati, Francesco Vattiato è stato lo studente dell’istituto industriale “Enrico Fermi” di Giarre della dirigente Tiziana D’Anna, il quale ha realizzato artigianalmente i premi (uno raffigurante la “Trinacria” e uno raffigurante un cigno) destinati ai due primi classificati arrivati a pari merito: ovvero allo studente della V A “Elettrotecnica” dell’industriale di Giarre Antonino Di Bella, autore della poesia in siciliano dal titolo “‘A campagna” e alla studentessa Giusy Buccheri dell’istituto Alberghiero di Giarre, autrice della poesia ” ‘A natura s’arrusbigghia”.

La docente Milena Camardi dell’istituto industriale “E. Fermi”, è stata colei che ha promosso la verve artistica dei discenti della V A “Elettrotecnica” dell’industriale di Giarre. Il docente Francesco Vasta, afferente all’istituto alberghiero “Giovanni Falcone” della dirigente Monica Insanguine, è invece stato premiato per il componimento di narrativa dal titolo ” Na varca ammenzu u mari”. Premiato anche Giovanni Rizza con la poesia ” U figghiu miu”.

Relativamente alle menzioni d’onore nel settore della narrativa, per il quale sono stati previsti gli attestati e la consegna di medaglie concepite dall’assessore alla cultura Piero Mangano, ecco l’elenco dei premiati: nel settore della narrativa, menzioni d’onore per Sara Palmira Granata, autrice del componimento intitolato “Chiddu ca sugnu”, Giusy Baglieri, autrice di “Simenza”, Alfio Calì, studente della V A elettrotecnica dell’industriale e autore di “A vinnigna da muntagna”, Giuseppe Leonardi (ripostese trapiantato a Genova), autore di ” ‘A loria” (dedicato alla Pasqua celebrata nel passato), e Calogero Interlicchia, autore di “Mastru Cicciu Peppe”.

Nella sezione poesia, menzioni di merito per il messinese Giovanni Malandrì, autore di “Epoca passata”, Giuseppe Sammartano, autore di “Assittatu na chiazza”, il commediografo Francesco Sciuto autore di “Pintimentu”, Ignazio Sciacca, autore di “Genti di Sicilia” e Valeria Salvo, autrice di “Scuru di pirrera”. Nell’ambito della poesia, menzioni di merito per Daniele Cernuto, dell’istituto industriale e autore della poesia “L’amuri miu”, Stefania Contarino dell’ istituto alberghiero, autrice della poesia “Valuri”, Giancarlo Longo,studente dell’industriale di Giarre e autore della poesia “Tavula cunzata” e Giuseppina Bruno, autrice della poesia “Amuri miu” (liceo delle scienze umane di Riposto).

Umberto Trovato

 

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