“Quis custodet custodes?”, dicevano i latini. Ma non trovandoci nella facoltà di Lettere, la domanda più opportuna è: chi controlla i controllori? È questo quello che si domandano gli studenti dell’Università di Catania dopo il caso nato nel dipartimento di Medicina: uno studente, lo scorso 22 ottobre, è riuscito a laurearsi falsificando la propria carriera universitaria. Con la complicità di alcuni dipendenti della segreteria, i quali hanno il compito di controllare e approvare le carriere dei laureandi, in men che non si dica sono stati registrati 19 esami su 36. Del tutto ignari ed estranei alla faccenda i professori, scavalcati dall’astuto “giochetto” elaborato dallo studente. A scoprire lo sporco trucco sono stati gli ex colleghi, che con una lettera anonima hanno informato della realtà dei fatti il rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro.
«Appena ricevuta tale segnalazione – ha dichiarato il rettore – abbiamo predisposto un’immediata verifica amministrativa, anche a garanzia dello stesso studente. Purtroppo, tale indagine ha confermato, in questo caso, i sospetti con esiti che lasciano presupporre la fattiva responsabilità di alcuni nostri dipendenti. Abbiamo, pertanto, provveduto a denunciare tale vicenda alla Procura della Repubblica e ad avviare, per via brevissima, i procedimenti disciplinari previsti dalle norme vigenti nei confronti dei dipendenti coinvolti».
Dalla breve inchiesta è stato accertato che gli esami erano stati inseriti nel fascicolo dello studente secondo il vecchio procedimento della registrazione cartacea. Un iter burocratico che convivrà, ancora per pochi mesi, con la nuova registrazione elettronica. È bastato un semplice confronto con il portale online per dimostrare che lo studente era riuscito a superare esami ai quali non si era mai né prenotato né presentato. Proprio grazie alla modalità telematica che è molto difficile che la situazione si ripeta: quando tutti i professori adotteranno il registro elettronico, saranno i docenti stessi ad inserire i dati nel registro elettronico senza che vi siano passaggi intermedi sui quali poter intervenire in maniera fraudolenta.
Per il falso dottore invece, oltre alla laurea sospesa, verrà meno anche la possibilità di “ripartire dal via”: lo studente verrà, infatti, bandito dagli atenei italiani. Una punizione esemplare per evitare che altri studenti possano provare ad emulare la “furbata”. Perché prevenire è meglio che curare.
Antonio Percolla