Le sua prima mostra personale ha avuto luogo in Toscana, nel Comune di Barga, in provincia di Lucca, riscontrando un notevole apprezzamento da parte del pubblico accorso numeroso, incuriosito anche dall’estetica dell’arte pittorica cinese e dalla sua inesauribile funzione filosofica. Quest’anno, a settembre, è stato possibile ammirare le sue opere a Zafferana Etnea, in occasione del vernissage della mostra dello scultore Xu Hongfei di Canton, mentre ad ottobre ha partecipato alla collettiva “Cina Italia a confronto”, allestita a Palazzo Medici Riccardi di Firenze.
Incontriamo il Maestro Previtera nel suo studio, tra china, carta di riso e pennelli. Gli chiediamo come nasce il suo interesse per l’Oriente.
«L’interesse per l’Oriente è stato sempre presente in me, al punto da farmi pensare di essere nato un po’ troppo ad Occidente. Ricordo che, da bambino, a scuola, ci venne chiesto di scrivere una lettera all’ambasciata di uno Stato a nostro piacimento: io scelsi la Cina e ricevetti tanto di documentazione tutta in cinese, quindi incomprensibile per me, ma ne feci il contenuto del mio scrigno segreto per tanti anni. In seguito, il mio interesse per le arti marziali, che ho praticato per dieci anni, fu una tappa per me inevitabile. La spinta dell’amore per l’arte in genere mi ha portato a scoprire i famosi pennelli e l’inchiostro nero. Il resto è tutto descritto e disegnato sui fogli di carta di riso».
Siamo incuriositi dalla tecnica che utilizza e di come avviene la scelta dei soggetti…
«La tecnica utilizzata generalmente è quella detta “spontanea”, cioè quella che tende a sortire i tratti essenziali del soggetto col minor numero di pennellate possibile, poiché la vitalità di un dipinto è soggetta al gesto del pittore che sottostà, a sua volta, al suo stato d’animo: meno si agisce più si esprime. Da lì la scelta del motto di Shi Tao, “La pittura obbedisce all’inchiostro, l’inchiostro al pennello, il pennello alla mano, la mano al cuore del pittore”, come linea guida nell’esecuzione dei dipinti. Di conseguenza, la scelta dei soggetti passa in secondo piano. Infatti, nella pittura cinese si possono vedere rappresentati insetti o montagne, dando uguale importanza ad entrambi. Comunque, il mondo naturale prevale nelle mie scelte per le infinite possibilità che offre».
Partendo dalla concezione che la cultura cinese sia apparentemente distante dalla nostra, ma con punti di contatto, il Maestro ci conferma che «ritengo che nell’arte il punto d’incontro fra Oriente ed Occidente si riveli nella volontà di rappresentare il bello e di renderlo catalizzatore di meraviglia e stupore nell’animo umano di fronte al Creato. Sono peraltro convinto che l’arte in tutte le sue manifestazioni sia l’“ammazzabandiere” per eccellenza, cosa che ho potuto subodorare durante la mostra collettiva con i giovani artisti cinesi già studenti all’Accademia di Belle Arti di Firenze».
Santo Previtera è stato apprezzato più volte dagli stessi cinesi e ci racconta cosa pensano di lui.
«È sempre una parte molto divertente perché, all’inizio, le opere vengono viste come eseguite da mano chiaramente orientale, poi lo stupore ed il sorriso sui loro volti è impagabile nel venire a conoscenza del fatto che l’autore è occidentale ed in più italiano, cosa che da quel che ho potuto notare, li rende fieri. D’altronde, l’Italia e la Cina, oltre che da Marco Polo, sono state legate anche dai padri gesuiti come Ludovico Buglio di Enna e Matteo Ricci, e uno dei maestri di pittura, ritenuto da loro il più importante, è l’italiano Giuseppe Castiglione».
Ci congediamo dal Maestro con un ultimo pensiero sul suo futuro…
«I progetti futuri sono nel futuro ed io sono irrimediabilmente radicato nel presente, ma non nascondo che una personale in Cina è uno di quei futuri che amo proiettare nel foglio bianco dei miei progetti. Se è vero che la terra è sferica dovrei senz’altro rincontrare la Cina lungo il mio cammino».
Roberta Musumeci