«Si presentò con circa duecento fogli, tutti minutamente dattiloscritti. Lui usava una Olivetti lettera 32. Rilegati, i fogli, con un elegante cartoncino blu. Era un romanzo, suo e segreto: “Cronache”». Questo il ricordo dell’avvocato Enzo Mellia quando parla dell’amico e maestro Marangolo. “Cronache” è un romanzo inedito e ormai ritenuto perduto. Ma molte altre produzioni, fortunatamente non sono andate perdute e, fanno parte del patrimonio e delle testimonianze della cultura dell’hinterland ionico-etneo.
Enzo Marangolo (Catania 1922-2009), cittadino acese, è stato un insigne penalista con la passione della scrittura. Si è dedicato, oltre al giornalismo, alla cura di saggi su Vitaliano Brancati ed Ercole Patti. La sua produzione ha visto la pubblicazione di una serie di racconti su “Il Mondo” di Mario Pannunzio, e proprio un di questi racconti diventerà l’incipit del suo più famoso romanzo “Un posto tranquillo”, edito da Bompiani nel 1964. Il libro ha avuto altre due successive edizioni, nel 1995 con la casa editrice Bonanno, ed una nuova ristampa Bompiani nel 2006. Marangolo, infine, nel 2000, pubblica una sorta di diario intimo dal titolo “La malinconia”, edito da “Il girasole”.
Viene ricordato come uomo integerrimo, dalla carriera illustre, ma allo stesso tempo dotato di un’affabile e pungente ironia con la quale analizzava criticamente il suo vissuto e gli ambienti che era solito frequentare. Nel romanzo “Un posto tranquillo”, ambientato ad Acireale e dintorni, negli anni a cavallo tra il 1937 e il 1943, Marangolo ci espone la sua personale analisi di un mondo apparentemente passivo e inerte alle vicissitudini del periodo, dove la dittatura e la guerra sembrano sfiorare i luoghi e i personaggi, e gli eventi si susseguono lentamente. Ma, alla fine, si rimane quasi con l’amaro in bocca, consapevoli che, come affermava De Roberto ne “I Vicerè”: «la storia è una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi».
La figura di Marangolo viene spesso ricordata in eventi, per ultimo, il primo Convegno di Studi a lui dedicato, dal titolo “Baroni, Bombe e Balilla nella città dalle cento campane” che si è svolto a Catania presso il complesso fieristico “Le Ciminiere” dal 25 al 27 ottobre scorso. L’evento, ideato, organizzato e interamente sostenuto dal gruppo CIAS (Convergenze Intellettuali Artistiche di Sicilia) è stato un momento partecipato da illustri intellettuali, pervenuti da tutta Italia, alla presenza di un numeroso pubblico, che ha avuto la possibilità di conoscere o ritrovare questa figura così poliedrica della nostra cultura. Il gruppo CIAS ha trascritto gli atti del Convegno in un volume edito da Prova d’Autore, uscito nel mese di novembre, dal titolo “Baroni, Bombe & Balilla nella città delle cento campane” a cura di Mario Grasso.
Roberta Musumeci