È stato approvato con buona pace di tutti il tanto vituperato rendiconto della gestione 2012. Più che soffermarci sulla seduta consiliare che ne ha sancito l’approvazione abbiamo preferito dare un’occhiata alla cartina da tornasole di tale atto. In linguaggio tecnico tale documento si chiama “Relazione dell’Organo di revisione sulla proposta di deliberazione consiliare del rendiconto della gestione 2012”. In un linguaggio più facile da comprendere per i non addetti ai lavori è la “Relazione del Collegio dei Revisori”. Se poi, sfogliando le 42 pagine della relazione, si volesse ulteriormente sintetizzare, lo potremmo definire… “la bomba”. Soprattutto per la cifra che si legge a pagina 13. Sono 4.844.260,90 euro che, alla data del 2 dicembre 2013, rappresentano il disavanzo in carico al Comune di Giarre. A questi vanno aggiunti 370mila euro derivanti dalla percentuale di copertura della Tarsu (essendo l’incasso pari al 107% del totale di copertura delle spese), con il Comune obbligato a restituire ai contribuenti il surplus (pari, appuynto, a 370mila euro). lUn buco che, dati alla mano, è il frutto avvelenato che gli ultimi anni di Amministrazione Sodano hanno consegnato all’attuale Amministrazione comunale guidata da Roberto Bonaccorsi. Una pesante eredità con cui l’attuale Sindaco, volente o nolente, deve fare, letteralmente, i conti. E se, come si è capito da alcune vicende, non ultima quella relativa al raddoppio del canone acqua, l’attuale Primo cittadino non intende recidere il cordone ombelicale con il passato, a fronte di questa “voragine”, supponiamo che qualche “distinguo” potrebbe cominciare a fare capolino.
La relazione del Collegio dei revisori, formato dai dottori Daniele Fresta (presidente), Venera Blancato e Giuseppe Rocca, fotografa una situazione dell’Ente molto pesante, soprattutto in vista di un risanamento che, dati alla mano, non regala ottimismo sul futuro economico del Comune di Giarre. Ad aggiungere criticità alla situazione sono anche i rilievi che chiudono la relazione dei Revisori. Ad aprire l’elenco la nota che lamenta “l’eccessiva parcellizzazione dell’evasione dei documenti richiesti (dalla data dell’insediamento, il 30 agosto 2012, n.d.A.), più volte evidenziata in precedenti note a corredo della documentazione già in possesso, che ha notevolmente appesantito i lavori del Collegio”. Alla luce del disavanzo accertato poi, si impone “la rivisitazione del piano di riequilibrio, possibilità consentita dalla legge 9 agosto 2013 n. 98”.
Nello specifico, poi, ulteriori note riguardano la Tarsu (“La percentuale di copertura dichiarata supera il 100% con un differenziale del € 370.000,00. Effettuati i dovuti controlli, tale differenza dovrà essere restituita, rimborsata o conguagliata ai contribuenti, stante l’obbligo di copertura non superiore al 100% del costo del servizio. Invero, la Tarsu, essendo una tassa e non una imposta, non può avere un’entrata superiore al 100% del costo del servizio, ai sensi dell’art. 61 del d.lgs 507/93”), il servizio acquedotto (“Da un riscontro dei dati contabili sul rendiconto, i dati indicati nella tabella, ricavati dalla relazione sulla gestione allegata alla delibera di G.M. che approva il progetto di rendiconto, non corrispondono, con gli importi dichiarati, nel capitolo di pertinenza”) e, in ultimo, anche un “utilizzo rilevante dell’anticipazione di tesoreria la cui massima esposizione è stata di € 4.848.181.87. Segnatamente il ricorso all’anticipazione rivela una fragilità strutturale finanziaria dell’Ente come rilevato in sede di relazione al rendiconto 2011… pertanto l’Ente è da considerarsi strutturalmente deficitario e soggetto ai controlli di cui all’art. 243 del Tuel”.
A questo quadro particolarmente delicato, si aggiunge anche il “carico da undici”. Al termine della relazione, infatti, “si evidenzia che, in data 10/05/2013… questo Collegio ha inviato referto al Consiglio comunale ed alla Corte dei Conti sezione controllo. Con tale referto sono state segnalate numerose irregolarità nelle determine di trasferimento degli uffici comunali in via Federico II, soprattutto sull’utilizzo improprio dei residui passivi di parte corrente. Si è evidenziato che nel rendiconto 2012 le difformità segnalate non hanno avuto alcuna regolarizzazione anche se, allo stato, non si è ricevuta alcuna risposta dalla magistratura contabile”.
Manca qualcos’altro? Beh, a dire la verità, il Collegio dei revisori, nell’attestare la rispondenza “tra il rendiconto e le risultanze contabili di gestione” non fanno alcun cenno all’approvazione del Rendiconto 2012. Si tratta di una facoltà consentita dalla legge che, se interpretata alla luce della lettura generale della relazione e dei dati che ne emergono, delineano una situazione finanziaria dell’Ente talmente grave e deficitaria che non può trovare alcuna condivisione da parte dell’organo di revisione contabile. E si tratta di una scelta tecnica che suona anche come una condanna politica e, soprattutto, come una sirena d’allarme per il presente dell’Amministrazione comunale. Che, adesso, non può più fingere di ignorare i frutti avvelenati ereditati dalla passata Amministrazione Sodano.
Corrado Petralia