Giusi D’Urso “racconta” la terra

La biologa nutrizionista, originaria di Francavilla di Sicilia, ha dato alle stampe una pubblicazione in cui spiega l’importanza ed il “fascino” di una corretta alimentazione

Con l’ultima sua fatica editoriale “Ti racconto la terra”, Giusi D’Urso, biologa nutrizionista e patologa clinica originaria di Francavilla di Sicilia e residente a Pisa ormai da trent’anni, è riuscita ancora una volta a coniugare la sua professione con l’amore per la scrittura. In questa sua nuova pubblicazione, edita per i tipi della “ETS”, affronta infatti con abile stile divulgativo le varie tematiche legate alla buona e sana alimentazione derivante dall’uso dei genuini prodotti dell’agricoltura. Ed alle interessanti informazioni e considerazioni dell’autrice, si intervallano le testimonianze e gli “amarcord” di Stefano Berti, direttore della “Confederazione Italiana Agricoltori” di Pisa, sull’antico mondo contadino.

Nelle cento pagine di “Ti racconto la terra”, Giusi D’Urso invita il lettore a seguire uno stile nutrizionale “in simbiosi” con l’ambiente in cui vive, evitando tutti quegli alimenti propinati dalle mode e dalla pubblicità, ma che non appartengono alla nostra cultura alimentare e che, soprattutto, vengono prodotti “forzando” i processi biologici naturali pur di soddisfare le esigenze dell’industrializzazione e della globalizzazione.

E, quasi parafrasando il vecchio motto “dimmi come mangi e ti dirò chi sei”, la biologa siculo-toscana dimostra la stretta correlazione tra l’odierno “modus vivendi”, all’insegna della fretta e della superficialità, ed il contenuto dei nostri piatti, dove regnano sovrani alimenti industriali di facile e veloce preparazione, ma ricchi di additivi, grassi e zuccheri e poveri di vero nutrimento.

Per non parlare del malvezzo (che ci spinge ad acquistare primizie e cibi esotici) di mangiare ciò che ci pare e piace ovunque ed in tutte le stagioni dell’anno, come se la Natura fosse al nostro servizio, mentre invece ha i suoi tempi da rispettare.

La D’Urso auspica, quindi, un “ritorno alla terra”, ossia una maggiore considerazione per le produzioni agroalimentari autoctone (magari coltivate e raccolte nell’orticello sotto casa), sicuramente più fresche, sane e stagionali e, come tali, “in sintonia” con il nostro organismo.

Scorrendo le pagine di “Ti racconto la terra” non si può fare a meno di notare il paradosso di una società, quale quella attuale, che si considera “evoluta” ed “informata”, ma che si nutre in maniera sconsiderata, a differenza di quella di una volta, quando i nostri nonni, pur senza studi alle spalle e senza i mass media di oggi, sentivano, quasi istintivamente, il bisogno ed il piacere di mangiare frutta in abbondanza (anziché patatine fritte…) e di consumare più legumi e meno carne rossa.

L’autrice fa, quindi, chiaramente capire che è proprio della civiltà contemporanea, con il suo consumismo sfrenato e la corsa al guadagno “a tutti i costi”, la responsabilità per ciò che portiamo a tavola. Quest’ultima, a sua volta, costituiva un formidabile mezzo relazionale, mentre oggi la famiglia che attorno ad essa si riunisce lo fa giusto il tempo per trangugiare velocemente qualcosa, in maniera tale da poter quanto prima possibile tornare a “macinare” lavoro per produrre il reddito necessario a sopravvivere; e persino in quei fugaci momenti, i commensali, anziché dialogare e godere appieno del gusto del cibo, concentrano la loro attenzione sullo schermo dell’“immancabile” televisore. Pertanto, oltre che dal punto di vista nutrizionale, quanto prodotto da Giusi D’Urso in questa sua nuova gradevole pubblicazione si rivela interessante anche sotto l’aspetto sociologico.

Di particolare attualità si mostra, ovviamente, il capitolo dedicato alle discutibilissime biotecnologie ed ai cosiddetti “Ogm” (Organismi Geneticamente Modificati), dai quali potrebbero derivare nuovi virus e batteri e, di conseguenza, nuove malattie.

In “Ti racconto la terra”, infine, affiora spesso l’esortazione dell’autrice affinché i principali agenti educatori della nostra società, ossia i genitori e la scuola, stimolino nelle giovani generazioni l’interesse per la vecchia e sana agricoltura, attività altamente formativa «in quanto – scrive testualmente la dottoressa D’Urso – nell’orto i bambini cercano e trovano soluzioni ai problemi, imparano che c’è un tempo ed un cielo per ogni specie coltivata e che i frutti maturati sulle piante sono più sani e più nutrienti di quelli raccolti anzitempo e trasportati per lunghe distanze; se poi il prodotto del loro gioco-lavoro trova un senso a tavola, allora il cerchio si chiude intorno alla consapevolezza di aver fatto una cosa grande: produrre cibo per sé e per gli altri».

A riprova del valore della pregevolissima opera che Giusi D’Urso ha dato alle stampe, di “Ti racconto la terra” si sono in queste settimane occupate anche prestigiose testate giornalistiche ed emittenti radiotelevisive nazionali, tra cui “RadioUno Rai” ed il quotidiano “La Repubblica”.

Rodolfo Amodeo