La strada che univa

All’Unitre di Giarre-Riposto il prof. Antonino Alibrandi ha illustrato, in due conferenze, il Corso Italia nella storia delle due cittadine

 

Presso la Sala “Rosario Romeo” del “Palazzo delle Culture” di Giarre, organizzate dall’Unitre di Giarre-Riposto (presieduta dalla validissima dott.ssa Sara Mondello), giovedì 5 dicembre e giovedì 12 dicembre sono state tenute, dal prof. Antonino Alibrandi (docente, Assistente “Storia Moderna” e “Storia della Sicilia” Università degli Studi di Catania) due fra le più importanti conferenze degli ultimi anni nel nostro territorio, vista l’originalità, soprattutto della prima, degli argomenti trattati. Infatti, il prof. Alibrandi, il 5 dicembre ha trattato su “‘A Va’ Nova (il Corso Italia) nella storia di Giarre e di Riposto” e il 12 dicembre ha trattato su “Giarre e Riposto fra Settecento e Novecento”. Riassumere qui le due conferenze è cosa ardua e rimandiamo, per i contenuti, ad una pubblicazione che, in merito ad essi, il prof. Alibrandi sta realizzando per “Memorie e Rendiconti” dell’Accademia Zelantea di Acireale.

Interessante è stato, nella conferenza del 5 dicembre, comunque, seguire fra il 1784 (data della costruzione di questa via amplissima che allora congiungeva i due abitati distanti – oggi uniti – di Giarre e Riposto) e gli anni ’50 dell’Ottocento (quando, di fatto, il Corso Italia si popolò di tali dimore da unire finalmente i due borghi) il processo di urbanizzazione delle due comunità giarrese e ripostese (interessanti sono state, a tal proposito, le tante carte topografiche dell’epoca che testimoniano questo processo, oltre al celebre “dipinto di Sant’Emidio”, del 1820 circa, in possesso della Chiesa della Madonna della Sacra Lettera di Riposto). Interessanti sono state le descrizioni del “quartiere Ponte” che si trovava, allora distante sia da Giarre (da cui, comunque, dipendeva) e sia da Riposto (posto nell’attuale territorio del Carmine), cosiddetto perché vi era stato posto, sul Rio Canalai (corso d’acqua oggi scomparso al di sotto del lungo processo di cementificazione del territorio. Il prof. Alibrandi ha trattato anche degli altri corsi d’acqua, fra cui lo Jungo, oggi scomparsi al di sotto di questo processo di urbanizzazione) semovibile, poiché in tempo di piogge torrenziali era l’unico modo per attraversare il Canalai e poter raggiungere l’altro borgo.

L’attenzione del pubblico è stata notevole quando il prof. Alibrandi ha raccontato diversi episodi di vita quotidiana e sociale, riguardante il Corso Italia, fra cui la “sfilata”, ogni “quindicina”, per le vie di quello “stradone”, delle prostitute della casa di appuntamento di Giarre. Interessante è stata anche l’importanza data al Corso Italia come nerbo economico delle due cittadine, lungo più di due secoli.

Della conferenza del 12 dicembre sarebbe difficile sintetizzare i troppi argomenti trattati. Uno, ha colto l’attenzione del numerosissimo e competente pubblico presente, e cioè quello dello scontro politico di primo Novecento, in Giarre, fra i due personaggi politici locali più importanti di allora: l’avv. Raffaello Grasso e l’On. avv. Lucio Quattrocchi. Interessante è stata anche la presentazione del più importante deputato del Collegio di Giarre del primo Novecento: l’on. Edoardo Pantano.

Salvatore Rubbino