La presentazione del 1° Quaderno di Studi sulla Città di Mascali diventa occasione di profonda riflessione
Nella splendida cornice della Chiesa Madre di San Leonardo Abate è stato presentato il 1° Quaderno di Studi sulla Città di Mascali (Edizioni La Rocca, Giarre), pubblicato a cura della Associazione Culturale “Mascali 1928” in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Leonardo Grassi”. L’Arciprete Parroco Don Rosario di Bella ha dato il benvenuto agli autori del volume convenuti per l’occasione a Mascali insieme ad un folto ed attento pubblico, curioso di scoprire quanta ricca ed antica sia la storia della piccola città etnea, sebbene diversi eventi naturali, terremoti ed eruzioni, nel corso dei secoli abbiano contribuito a cancellarne le tracce più evidenti. La presentazione è stata curata dal prof. Domenico Ligresti, docente di Storia moderna presso l’Ateneo di Catania e profondo conoscitore della storia di Sicilia, alla quale ha dedicato decine di pubblicazioni scientifiche.
Il Quaderno ripropone la ristampa di una rara storia di Mascali, pubblicata nel 1901 da Salvatore Raccuglia e Alfio Cali, per la collana di “Storia delle città di Sicilia”. L’unica copia, ad oggi conosciuta, è conservata presso la Biblioteca Zelantea di Acireale che ne ha gentilmente permesso la riproduzione, mentre un altro esemplare conservato originariamente presso la Biblioteca Nazionale di Firenze andò disperso durante l’alluvione del 1966. Al volume scritto oltre cento anni fa, secondo i dettami della “storia municipalistica”, seguono una serie di contributi realizzati dagli autori, Maria Concetta Gravagno, Antonino Alibrandi, Francesco Privitera, Maria Rosaria Grasso, Nino Amante, Leonardo Vaccaro e Venera Ardita, con competenze e specializzazioni diverse, secondo i criteri della ricerca storica contemporanea, attraverso l’ampio utilizzo di documenti e fonti, e corredati da un ampio apparato bibliografico.
Maria Concetta Gravagno, Direttrice della Biblioteca Zelantea di Acireale, ha illustrato la figura di Salvatore Raccuglia, intellettuale vissuto tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, autore di numerose pubblicazioni di didattica, pedagogia, storia, letteratura, folklore, nonché Regio Ispettore Scolastico; vissuto a lungo ad Acireale fu nominato socio corrispondente della Accademia degli Zelanti. Interessante è inoltre l’identificazione del coautore del volumetto su Mascali con l’avv. Alfio Calì, ricordato come «elegante ed erudito scrittore nato ad Acireale, autore tra l’altro del volume “Taormina a traverso i tempi” (Catania 1887)».
Antonino Alibrandi, docente, Assistente di “Storia della Sicilia” e di Storia Moderna presso l’Università degli studi di Catania, ha evidenziato il valore ma anche i limiti dell’opera di Cali e Raccuglia, e ne ha approfondito ed integrato tre aspetti fondamentali: l’origine e il significato del toponimo “Mascali”; il bosco di Mascali; il culto di San Leonardo Abate. Per quanto riguarda il primo punto ha smentito l’opinione popolare che fa risalire la fondazione di Mascali all’epoca in cui i musulmani dominarono la Sicilia. A tal proposito, ha ricordato una epistola di papa Gregorio Magno, del 593 d. C. indirizzata al vescovo di Taormina, Secondino, con la quale si ordinava di far rimuovere la fonte battesimale dal monastero di S. Andrea, “quod est super Maschalas”, e di edificare, in suo luogo, un altare per la celebrazione dei divini misteri. Questa epistola testimonia, in maniera inequivocabile, che già nel VI secolo d.C. Mascali non solo esisteva ma costituiva un punto riferimento geografico per la localizzazione di un importante monastero, sorto nella proprietà della madre di papa Gregorio, Santa Silvia; dedicato a Sant’Andrea, come aveva fatto col primo monastero da lui fondato, sul monte Celio, a Roma. Il nome di Mascali, dal greco “Maschàlis” ovvero “ramoso”, “boscoso” rimanda al periodo della dominazione Bizantina e fa riferimento alla caratteristiche fisiche del versante orientale dell’Etna, occupato da un fitto ed intricato bosco, difficile da attraversare ed infestato da bestie feroci e bande di briganti. Solo nel XVI secolo, dopo la concessione del titolo di Conte di Mascali al vescovo di Catania, mons. Niccolò Maria Caracciolo, cominciò quel processo di disboscamento e messa a coltura del territorio che avrebbe trasformato la Contea di Mascali in un dei distretti agricoli più importanti della Sicilia, in particolar modo per la produzione e l’esportazione di vino.
Infine, Alibrandi ha affrontato il tema del culto di San Leonardo Abate nella città di Mascali. È accertato che, durante il medioevo, nella cittadina etnea vi erano solo due chiese (“Rationes decimarum” del 1308-1310), una di Santa Maria, nella quale si riuniva la comunità “latina”; e una di San Niccolò nella quale si riuniva la comunità “greca, quindi sembra essere assente il culto del santo francese. Ma, nel 1693, anno del terribile terremoto che seminò morte e distruzione in tutta la sicilia orientale, i mascalesi si salvarono mentre portavano in processione fuori dalla città le reliquie del loro Protettore, San Leonardo come narrato nel “Museo di Fisica e di Esperienze”, di Paolo Boccone.
A seguire Francesco Privitera, Dirigente della Soprintendenza di Catania e l’archeologa Maria Rosaria Grasso, sono passati dalla critica delle fonti scritte allo studio della cultura materiale. Grazie all’analisi di una serie di oggetti, di monumenti, appunto, i due studiosi ci riconducono indietro nel tempo sino all’età ellenistica, analizzando criticamente i dati, i reperti e la letteratura specialistica che, dal 1929 a oggi, ha affrontato il tema della storia del popolamento di quest’area.
Un pavimento a mosaico bianco e nero databile alla prima età imperiale (I-II d. C.) trovato nella frazione di Nunziata; la scoperta in contrada Cuzzulù, di una tomba a cappuccina di età ellenistica (IV-III secolo), e poi di altre due tombe intatte che dovevano far parte di una necropoli originariamente più ampia, portano alla conclusione che i primi insediamenti di una certa consistenza in quest’area risalgono all’epoca ellenistica; ad essi seguì la costruzione di una fattoria o villa di epoca romana di prima età imperiale. Il dott. Privitera, ha accennato anche ai recentissimi scavi archeologici condotti a Nunziata di Mascali, nei pressi della Chiesa della Nunziatella, dove è stata portata alla luce una basilica paleocristiana con splendidi mosaici policromi e tracce di frequentazioni preistoriche.
La storia più recente di Mascali, si intreccia inevitabilmente con l’attività dell’Etna, e gli interventi successivi riconducono agli effetti della terribile eruzione vulcanica che tra la notte del 6 e il 7 novembre ha seppellito la città. Il giornalista Nino Amante ha raccontata come in una radiocronaca, i giorni della eruzione dell’Etna del 1928 e gli interventi predisposti dal governo fascista per la ricostruzione della città.
Vera Ardita, architetto e docente a contratto presso il D.A.R.C dell’Università degli studi di Catania, inserisce la città di Mascali, ricostruita dopo l’eruzione dell’Etna, nel panorama più ampio della città di fondazione, cioè città non sviluppatesi e stratificatesi nel corso del tempo, ma nate da un atto della volontà e della mente, interamente progettate ed edificate su uno spazio vuoto.
Leonardo Vaccaro, presidente dell’Associazione Culturale “Mascali 1928”, ha concluso il lungo excursus storico raccontando la visita di Mussolini dell’11 agosto 1937, alla quale i cittadini di Mascali si erano al lungo preparati per manifestare riconoscenza al capo del governo che aveva voluto, in tempi brevissimi la rinascita della loro città.
Il prof. Domenico Ligresti ha concluso il proprio intervento ricordando l’esistenza di una ricca ed inedita documentazione, depositata presso gli archivi statali, quali i riveli di beni e di anime, ovvero i censimenti della popolazione e dei patrimoni realizzati dalla pubblica amministrazione a intervalli irregolari dal 1505 in poi, che per ogni comunità siciliana, Mascali inclusa, ci forniscono il nome e cognome, sesso, età e patrimonio di ogni singolo abitante della Sicilia alla data del rilevamento.
La prof.ssa Giovanna Fisichella, dirigente scolastica del istituto Comprensivo “Leonardo Grassi” di Mascali, ha messo in guardia sul rischio che le nuove generazioni smarriscano la memoria del passato indispensabile per progettare il loro futuro.
In conclusione Leonardo Vaccaro, parafrasando il titolo di una celeberrima opera di Italo Calvino, ha auspicato che presto Mascali, possa uscire fuori dal novero delle “Città invisibili”. Facendo riferimento non solo alla città antica sepolta sotto milioni di metri cubi di durissima lava, e quindi materialmente celata agli occhi umani, ma anche alla città moderna, ignorata ed estromessa dai circuiti culturali, sebbene dotata di un ricco patrimonio monumentale, storico e naturalistico. E alle nuove generazioni si rivolge, in particola modo, l’attività dell’Associazione Culturale “Mascali 1928” perché i giovani cittadini imparando a leggere e ad interpretare le tracce del passato che li circondano riscoprano quella memoria comune quelle radici collettive indispensabili per comprendere il presente e costruire un futuro migliore.