“Plumbum aurum fieri”. Proprio così: che nelle mani di Matteo Renzi possa “Il piombo diventare oro”! Espressione tratta da Petronio – (Petronius Arbiter: † 66?), scrittore latino di cui si hanno scarsissime notizie) – che nella sua interezza così era espressa: “In manu illius plumbum aurum fiebat” (Nelle sue mani il piombo diventava oro). Una espressione usata per indicare una persona particolarmente fortunata, anzi una persona “figlia della fortuna” (cf. n. 846): in essa infatti, com’è facile notare, si sfrutta il topico contrasto fra il piombo e l’oro, visti e reputati come due materiali di valore diametralmente opposto, dato che l’uno, il piombo, è considerato “vile” e l’altro, l’oro, invece “prezioso” per antonomasia. Proprio così: “cattivo” il primo e “buono” il secondo.
In un siffatto contesto chiarificatore, oltreché interessante, risulta infatti un parallelo che si trova nella “Discussioni di Epitteto” (3,20,12) di Flavio Arriano (storiografo greco e cittadino romano, nato nel 95 ca e morto nel 175), dove il toccare trasformando in oro è proprio del caduceo (bastone alato con due serpenti attorcigliati che si guardano, usato da Mercurio, messaggero degli dèi, per comporre le liti), anche se va soprattutto richiamata la ben nota leggenda del re Mida, che ottenne dagli dèi di trasformare in oro tutto ciò che toccava, ma che finì per morire di fame, poiché diventavano oro anche i cibi e le bevande. E quindi, data questa ingloriosa fine, il re Mida è visto e considerato simbolo non tanto di fortuna, quanto invece di dabbenaggine, di semplicioneria.
Un excursus su “Plumbum aurum fieri” per ricordare – a tutti coloro che, in una situazione di grande sofferenza in cui versa oggi il “Paese Italia”, guardano a Matteo Renzi come a un “novello Mercurio” o a un “risorto re Mida” – che il giovane segretario del Partito democratico ha, di certo, grandi, sì, enormi “colpi” da usare per “invertire il verso”, per usare una espressione a lui cara, ma deve stare molto attento, sempre all’erta, dal momento che i suoi avversari interni principalmente – e cioè tutto il “vecchiume” che egli vuole, ardentemente vuole, e giustamente rottamare, sì, mettere definitivamente a “dormire” in un isolato e ben chiuso cantuccio – tramano e continueranno sicurissimamente a tramare per metterlo alle corde, sì, per screditarlo davanti all’intera Nazione.
E quindi, si potrebbe ben ricordare a Matteo Renzi, di stare attento, di guardarsi da tutti coloro che, principalmente all’interno del suo partito, non sanno e non vogliono affatto rassegnarsi a chiudere definitivamente la loro carriera, sì, il loro “stare bene” in un contesto politico gestito al continuo “suon di moneta”, alle gozzoviglie più indecenti, ai divertimenti, alla lussuria e a quant’altro i palazzi del potere hanno abituato “lor signori”, i quali sino ad oggi, senza distinzione alcuna, ad eccezione dei “Grillini”, hanno saputo privarsi dei loro tanti privilegi. Sono vissuti e si sono a lungo “ingrassati” a spese e sulle spalle del “popolo bue”! Così, infatti, è corretto che ci definiamo quanti siamo stati ad osservare senza far nulla perché “loro signori” venissero messi alla gogna.
Attento, Matteo Renzi, altrimenti “Fata viam invenient”!