Giarre: la maggioranza vota il Piano di riequilibrio presentato dal sindaco Bonaccorsi ma, nei fatti, oltre ad alcune “stranezze” emerse, non ha assolutamente inciso sulla sua stesura. E l’opposizione stigmatizza questa situazione
Il Sindaco di Giarre, Roberto Bonaccorsi, ha incassato il voto favorevole al Piano di riequilibrio (13 voti favorevoli e 5 astenuti); la maggioranza che lo sostiene, seppure inconsapevolmente – in molti hanno evitato di addentrarsi nei tecnicismi, rischiando seriamente di mostrare la propria incompetenza in materia – ha condiviso il percorso tracciato dal Primo cittadino. Una volta ottenuto il disco verde al piano, non si è fatta attendere la trionfale soddisfazione del Sindaco, ostentando il granitico appoggio della sua maggioranza.
«Oggi la nostra città – rimarca in una nota il sindaco Bonaccorsi – compie soltanto un piccolo passo verso il definitivo riscatto che merita, ma ciò che conta è il fatto di poter guardare al futuro con rinnovata e maggiore speranza. Esprimo gratitudine all’intero Consiglio Comunale che ha approvato senza voti contrari la rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario del Comune. Le misure contenute nel documento – sottolinea il Primo cittadino giarrese – se otterranno anche il via libera del Ministero dell’Interno e della Corte dei Conti, permetteranno di ridare stabilità finanziaria ed efficienza alla casa di tutti i giarresi, tagliando gli sprechi, senza intaccare sistemi di protezione sociale ed occupazione».
Dal dibattito consiliare è emerso che il Piano, nel dettaglio, prevede quattro macro azioni; la prima riguarda la dismissione dei locali e conseguente riduzione dei fitti passivi (tra questi immobili, anche quello di via Lisi – Anagrafe) e, a tal proposito, è d’obbligo porsi un dubbio: facendo una disamina del documento di programmazione economica, emerge una “curiosità”, ovvero la determina di disdetta dei locali che riporta la data del 27-12-2013, a fronte di un trasloco avvenuto già nell’agosto 2012. Non si comprende, carte alla mano, il motivo per il quale l’Ente abbia pagato 16 mesi di locazioni, ammesso che li abbia corrisposti. Vedremo…
La seconda misura contemplata nel Piano, riguarda, invece, la costituzione del pool di legali avente un costo annuo pari a circa 60 mila euro a fronte delle centinaia di migliaia di euro spesi (leggasi sperperati) dall’amministrazione Sodano & C., determinando, quindi, un significativo risparmio. La terza misura verte sul taglio delle spese attraverso la rescissione di contratti riguardanti il complesso comparto della telefonia e della rete informatica a servizio del Comune. Di norma, solitamente, si definiscono disdette quelle operazioni che portano all’interruzione di ogni rapporto, nei fatti, però, cosi come si evince dagli allegati al medesimo Piano, si evidenziano altri tipi di intervento, ovvero una semplice richiesta di “dettaglio specifiche” in merito a fatture Telecom. Pare, infatti, che nelle fatture sia riportata una voce “contributi e abbonamenti” che, in termini di spesa per il Comune, corrisponde ad oltre 58 mila euro per un non meglio precisato noleggio di applicativi informatici, ai più ad oggi sconosciuti ed in merito ai quali l’Ente chiede dei chiarimenti e nelle more di riceverli decide di non pagare.
La quarta misura del Piano interessa, infine, il blocco del turn over dei dipendenti e il progressivo inserimento dei precari in forza al Comune che, soprattutto grazie gli incentivi regionali, permetteranno, nell’arco di 9 anni, un consistente risparmio per l’ente.
Fin qui gli assi portanti del Piano oggetto di riflessioni (non troppe a dire il vero tra i banchi della maggioranza) e di aspre critiche mosse dall’opposizione che, seppure con un distinguo rispetto alla maggioranza, si è alla fine adagiata su una “conveniente” astensione. Per la cronaca, dagli scranni della coalizione che sostiene l’amministrazione, una voce fuori dal coro (non è una novità) è stata sicuramente quella del consigliere Orazio Scuderi che, con il suo tentativo di emendare il Piano, ha cercato vanamente di rimarcare il ruolo centrale che il Consiglio avrebbe dovuto avere nella predisposizione di questo atto, ma che invece è stato tenuto debitamente lontano dalle decisioni di un’unica cabina di regia: il sindaco.
A tal proposito, il consigliere Gabriele Di Grazia, in sede di dichiarazione di voto, ha manifestato il medesimo disappunto relativamente al mancato coinvolgimento dell’assise, motivando, dati alla mano, come il Piano non sia stato frutto di una programmazione improvvisata in pochi giorni, bensì progettato in almeno 3 mesi. Infatti, lo stesso Di Grazia, intervenendo in Consiglio, si è cosi espresso: «Si pensi ad esempio alla delibera di C.C. n. 76 del 24 ottobre 2013 con cui questo Consiglio ha votato, su spinta energica dell’Amministrazione, le aliquote massime sia sulla prima che sulla seconda casa oppure alla delibera di Giunta n. 118 del 29/11/2013 che determina la tariffa del servizio acquedotto e che non tiene conto della richiesta, in primis dei cittadini e poi di alcune forze politiche, di chiarezza e trasparenza sui costi del servizio finendo così per rendere ordinaria la quanto meno straordinaria determina 75 bis».
Non meno pungente l’intervento di Tania Spitaleri, nell’ambito del quale ha rimarcato che: «L’Amministrazione di centrodestra ha avuto ben dieci anni per operare un serio risanamento, ma li ha buttati via, nascondendo la polvere sotto il tappeto e spergiurando che non si sarebbe mai arrivati al dissesto». La Spitaleri ha poi, espressamente invitato il sindaco Bonaccorsi «a prendere coscienza del fallimento della parte politica che rappresenta e che lo sostiene che, in gran parte, coincide con la classe dirigente che ha ridotto la nostra città allo stato attuale. Si assiste costantemente – ha rimarcato la Spitaleri – a tentativi maldestri di ripristino della verginità politica da parte di uomini e forze politiche responsabili del depauperamento economico, etico e politico di Giarre». Secondo il consigliere del Pd, «le incongruenze delle dichiarazioni degli attuali consiglieri di maggioranza, che sostenevano la precedente Amministrazione, sono sotto gli occhi di tutti: mentre prima sostenevano che il bilancio dell’Ente fosse stato risanato, oggi auspicano un cambio di direzione che possa salvare la città. Il sindaco, su un tema così importante come il piano di riequilibrio pluriennale, ha relegato il Consiglio Comunale, ancora una volta, a mero organo di ratifica e approvazione formale delle proprie scelte politiche, sapientemente rivestite da operazione tecnico-contabili. Questo Piano, che comporta un commissariamento da parte della Corte dei Conti, ipoteca – ha sottolineato il consigliere Spitaleri – per dieci lunghi anni il futuro della nostra città. Aldilà di quattro macro voci di revisione della spesa, non ci sono stringenti vincoli per l’Amministrazione all’interno del Piano, cosa che consentirà al sindaco, in primis, un “tesoretto” per mettere in atto la propria politica». Poi un duro affondo al sindaco Bonaccorsi in relazione al fatto che il Consiglio sul Piano di Riequilibrio è stato di fatto esautorato: «La palese mortificazione del Consiglio Comunale al quale il Sindaco, l’uomo solo al comando, toglie ogni potere di indirizzo politico, ma chiede sovente “responsabilità”. Il mio voto di astensione ha solo il significato di un no al dissesto. Il Piano resta, comunque, in gran parte non condivisibile nei contenuti».
Mario Previtera