A San Pietro Clarenza ci siamo recati a fare visita al rudere di quello che, negli anni ‘80, dopo un finanziamento della Regione Siciliana di un miliardo e seicento milioni di lire, doveva essere un presidio sanitario. Una struttura che avrebbe dovuto accogliere persone con handicap, mirato al loro inserimento nel tessuto sociale, essere una casa di riposo per anziani, un centro rieducativo per minori, accompagnato dall’attivazione di un presidio socio sanitario altamente specializzato. Il Comune cedette l’area di 35000 mq. non facendo pagare oneri di urbanizzazione.
Stante l’inadempienza della Cooperativa “Il Redentore”, che aveva la gestione, il Comune clarentino sta cercando di venire in possesso del rudere Da queste colonne tante volte abbiamo scritto sulla ingarbugliata vicenda. Si accede all’immobile da una stradina che si diparte da via Siracusa, a fondo naturale, pericolosa per il transito di auto, autocarri e moto.
Arrivati sul luogo siamo rimasti allibiti: attorno all’immobile si è formata una enorme discarica di qualche migliaio di mq, con materiali nocivi di ogni genere: amianto, materiale di risulta, vecchi mobili, scarti di carrozzeria di auto, elettrodomestici, residui di vernici, copertoni di auto, telai di moto, e chi più ne ha più ne metta. L’immobile è sempre più un rudere. Passando oltre i rifiuti, si nota una enorme zona sciarosa risalente alla eruzione del 1669, di una rara bellezza: c’è la famosa colata a corde e tante strane forme naturali, come uccelli posati ed in volo, quadrupedi ed altro. Dalle spaccature di lava sono cresciuti arbusti di ginestre e altri, con fioritura gialla. Questo sito, ripulito, si potrebbe sfruttare dal punto di vista turistico, proprio per la sua bellezza naturalistica.
Il sindaco, Giuseppe Bandieramonte, commenta amaro: “Se non veniamo in possesso dell’immobile, non possiamo fare nulla”.
Michele Milazzo