Riposto: 25 luglio 1879, la collisione della pirofregata “Principe Amedeo” davanti alle coste Joniche
Nell’agosto del 1865 nei Cantieri del Regio Arsenale di Castellammare di Stabia, su progetto dell’Ispettore Generale Giuseppe De Luca, fu impostata la Regia Fregata Corazzata ad elica denominata “Principe Amedeo”. Il varo dell’unità avvenne il 15 gennaio 1872 e l’allestimento si completò il 15 dicembre 1874.
Si trattava di una nave con scafo in legno e corazza riportata in ferro. Entrò in servizio nel 1875. Aveva un dislocamento di 5.854 tonnellate che, a pieno carico, raggiungeva le 6.274 tonn. Le dimensioni erano: lunghezza metri 79,70; larghezza metri 17,50; ed una immersione di metri 7,50. Era dotata di un impianto di propulsione con una motrice alternativa a vapore a singola espansione, la potenza sviluppata era di 3.130 hp, con 6 caldaie cilindriche ed una elica. L’armamento velico, a brigantino a palo, era formato da due alberi con vele quadre ed un albero per vele auriche (a forma trapezoidale), la superficie velica totale era di 3.800 mq. Raggiungeva una velocità di 13 nodi ed aveva una autonomia di 1.780 miglia con la velocità di 10 miglia orarie. Per l’impianto di produzione del vapore, le 6 caldaie consumavano 580 tonn di carbone. L’equipaggio era formato da 548 persone.
Le navi di questa classe, furono le prime corazzate interamente progettate e costruite in Italia e furono nel contempo le ultime corazzate con scafo in legno. Mostravano un miglioramento rispetto a quelle della classe Roma, ma essendo state varate dopo 10 anni, dalla loro impostazione, risultarono superate al momento dell’entrata in servizio. L’unità era di scarso valore bellico e non prese mai parte ad azioni, ma venne utilizzata nei servizi coloniali.
La notte del 25 luglio 1879 alle ore 3,40 la Principe Amedeo, davanti la costa di Riposto, venne in collisione con la nave della Società Navigazione Florio “Mediterraneo”, che era stata varata nel 1863 ed aveva una stazza lorda di 1.664 tonn.
Il 12 giugno 1881 era presente a Castellammare di Stabia al varo dell’incrociatore Flavio Gioia assieme alla corazzata Duilio e all’ariete Affondatore. Nel novembre del 1881 l’unità, che si trovava ormeggiata nel porto di Napoli, affiancata dalla corazzata Roma, durante una forte burrasca quest’ultima ruppe gli ormeggi e fece collisione con la Principe Amedeo, riportando però lievi danni.
Il 19 gennaio 1885 l’unità salpò da Napoli come nave ammiraglia di squadra, assieme alle navi pirofregata Castelfidardo, l’incrociatore Amerigo Vespucci, la pirofregata Garibaldi e dagli avvisi Messaggerie e Vedetta che componevano la squadra, per trasportare a Massaua 4 compagnie di bersaglieri, una di artiglieria, reparti del Genio e Sussistenza, per un totale di 800 uomini. A Porto Said, la Principe Amedeo si incagliò su un fondale sabbioso e venne rimorchiata in acque profonde senza subire danni. Il 4 febbraio 1885 le unità gettarono le ancore nel porto di Massaua ed effettuato lo sbarco, le truppe occuparono la città, dopo la resa dei 400 soldati egiziani della guarnigione.
Al ritorno l’unità, ormai vecchia, venne utilizzata per servizi secondari e di addestramento. Nel 1895, venne radiata e successivamente demolita.
Rosario Sessa