Giarre: gli spazi verdi cittadini rimangono abbandonati ad una incuria che non riesce a scuotere nemmeno la “razza estinta” dei giardinieri
Vedi il verde a Giarre e muori. Di rabbia. Dal centro storico alla periferia sono pochissimi gli spazi a verde che hanno avuto la fortuna, come villa Margherita, di ricevere un intervento di maquillage. E invece no. Continuano a testimoniare un’epoca ben precisa: gli anni ‘80 e ‘90. Quando, con il denaro pubblico, alcuni illustri politici giarresi si ingozzavano, regalando alla città mirabili infrastrutture, aree a verde, piscine, parchi: tutte poi lasciate ad imputridire sotto il sole cocente. Nel totale abbandono. Nel disinteresse di una Giarre storicamente apatica.
Il caso più eclatante è testimoniato, ad esempio, dalla villetta che si trova all’interno del largo Cismon del Grappa. A due passi dalla scuola media “Macherione”: un bell’esempio di civiltà da mostrare con fierezza alle future generazioni. La vasca artistica, piena di detriti e cenere vulcanica con il cemento armato dei muretti che trasuda umidità, primeggia su tutto. Senza contare la gramigna che copre i vialetti interni, quasi impercorribili. Peggio. Bisogna quasi fare uno slalom veloce tra le erbacce e i rifiuti (in larga parte bottiglie di birra) che “adornano”, tristemente, le aiuole infestate da rovi e sterpaglie. I corpi illuminanti sono diventati un triste bersaglio dei vandali.
Da svariati anni, la villa comunale della rotonda Cismon del Grappa, tra le più suggestive della città, è ridotta ai minimi termini. Ovunque segnali di distruzione. Nemmeno la statua bronzea di S. Giovanni Bosco è sfuggita all’azione devastatrice dei vandali che hanno oltraggiato la statua mozzando una mano. Uno spazio a verde deturpato, in totale stato di abbandono, dove il tempo, a giudicare dalle condizioni delle infrastrutture interne, si è fermato da oltre un trentennio. Degli zampilli della fontana artistica, con le tubazioni arrugginite e in parte divelte si hanno solo ricordi sfocati. Il vice sindaco e assessore al Verde, Salvo Patanè, non nasconde il proprio disappunto precisando che, “nell’immediato, non sono previsti interventi di restyling; certamente rimuoveremo i rifiuti anche se, è ormai acclarato, degrado chiama degrado e ciò che togliamo oggi sarà purtroppo ripristinato domani”. Secondo Patané, è inaccettabile la visione della statua di Don Bosco, pregevole opera artistica, mutilata e abbandonata: “A breve – afferma –, riapriremo il bando e sono fiducioso in un segno di collaborazione. Studieremo, comunque, una soluzione di apertura parziale con aiuole e corpi illuminanti funzionanti”.
Dicevamo di un caso limite, quello della rotonda Cismon del Grappa, ma, persino, nel cuore del centro storico giarrese, ci sono spazi verdi che necessitano urgenti interventi di manutenzione. Come la villetta S. Francesco d’Assisi, in zona Carmine, crocevia di centinaia di studenti che si ritrovano, spesso, in questa area a verde, in attesa del bus scolastici. La vasca artistica, sormontata dalla statua bronzea di S. Francesco d’Assisi, è satura di rifiuti. Al posto dell’acqua e degli zampilli, solo degrado e inciviltà: tubazioni rotte, bottiglie sparse come reperti, immondizia di ogni genere. Un‘altra orripilante visione. Per ricordare la bellezza di quella fontana, un tempo piena d’acqua con le papere che vi galleggiavano, occorre partecipare ad una mostra dell’antico, procurandosi una vecchia sbiadita cartolina di fine anni ’60. Quando Giarre, isola felice del comprensorio, era davvero raggiante e non ridotta ad una squallida “colonia” politica.
La nuova amministrazione Bonaccorsi aveva promesso di intercettare tutti quei giardinieri comunali “imboscati” (termine decisamente appropriato, anche per la tipologia del lavoro). Risultato tangibile: i giardinieri sono rimasti imprigionati dalla gramigna di qualche ufficio e, comunque, lontani dalle ville e dai parchi comunali. Quei pochi rimasti, pare trascorrano parte del tempo a creare discariche di scarti vegetali, alle spalle della tribuna dello stadio di atletica. Li vedi di mattina, con le loro motoape a scaricare quintali di scarti e potature, in barba a quella diffida dei Vigili del fuoco sul divieto assoluto di scaricare all’aperto rifiuti vegetali a rischio incendi. Ma nella Giarre contemporanea, anche una diffida, altro non è che carta straccia.
Mario Previtera