Prosegue incessante la lodevole missione della sezione “Sicilia Orientale – Taormina” dell’“Associazione Maîtres Italiani di Ristoranti ed Alberghi” (A.M.I.R.A.) sul fronte della professionalizzazione e qualificazione degli operatori della ristorazione, a cominciare dalle nuove leve attualmente impegnate nei relativi corsi di studio. Così, alcune sere addietro, il locale distaccamento dell’importante sodalizio nazionale di categoria, guidato da quell’autentico “gentleman” che è il fiduciario Luciano Graziano, ha portato a compimento la seconda edizione del “Concorso di Enogastronomia alla Lampada” incentrato sulla preparazione di piatti “flambé” (ossia “alla fiamma”) e rivolto sia ai professionisti già affermati dei fornelli e sia ai giovani in via di formazione in quanto studenti dei vari istituti scolastici ad indirizzo alberghiero della Sicilia Orientale.
La “gustosa” competizione è stata ospitata dagli eleganti ed accoglienti saloni dell’Hotel “Castello San Marco”, storica ed esclusiva struttura ricettiva ricadente nel territorio del Comune etneo di Calatabiano, ed ha goduto del sostegno degli sponsor “Cantine Patria” di Castiglione di Sicilia e “Pastificio-Biscottificio Orlando” di Francavilla di Sicilia.
I concorrenti di questa edizione del concorso Amira sono stati chiamati a misurarsi con pietanze alla lampada a base di carne di vitello o di manzo (nella precedente prima edizione, svoltasi in un grande albergo di Taormina, la gara verteva invece sui dessert).
Tra gli studenti partecipanti (Giuseppe Cannistrà, Lucia Chiofalo, Nicolò La Rosa, Santo Mazzullo, Alessandro Neri, Lorenza Saitta ed Emanuele Scaltrito) ha avuto la meglio Nicolò La Rosa, dell’Istituto “Guttuso” di Milazzo, che assieme ad Alessandro Neri, dell’Istituto “Enrico Medi” di Randazzo, ha avuto accesso alle semifinali del concorso nazionale “Maître dell’Anno”; Lorenza Saitta, anche lei del “Medi” di Randazzo, si è invece qualificata per il “Premio del Belice”.
A trionfare nella categoria dei professionisti (che ha visto competere i maîtres Alfio Cantarella, Leonardo Nucifora, Antonino Russo e Giorgio Trifirò) è stato Giorgio Trifirò (proveniente da Milazzo); quest’ultimo ha avuto accesso al “Premio del Belice” e, così come anche i suoi tre avversari, al Concorso Nazionale dell’Amira.
A giudicare le pietanze in gara ha provveduto una qualificata giuria, composta da maîtres e professionisti del settore, chiamata a valutare il gusto delle prelibatezze proposte dai concorrenti nonché il modo di prepararle (gestualità, eleganza nei movimenti, tempi, ecc.).
Ed al calore ed alle fragranze sprigionati dai “flambeaux” ben si è amalgamata la classe della giovane presentatrice Daniela Cavallaro, brava cantante originaria di Linguaglossa con all’attivo importanti esperienze anche nel campo della conduzione.
La recente kermesse al Castello S. Marco di Calatabiano ha registrato l’autorevole presenza dei vertici dell’Amira, con in testa il presidente nazionale Carlo Hassan. Tra una prova e l’altra hanno, inoltre, preso la parola Salvo Sturiale, “storico” esponente siciliano del sodalizio, e Salvo Cilona, vicesindaco del Comune di Taormina, il quale ha auspicato un proficuo rapporto di collaborazione tra quest’ultimo e l’Amira affinché l’offerta di ristorazione della capitale siciliana del turismo possa sempre più qualificarsi.
«Sono estremamente fiero – ha dichiarato a fornelli ormai “spenti” Luciano Graziano, fiduciario dell’Amira “Sicilia Orientale – Taormina” – di questa seconda edizione del nostro concorso. E’ un successo che condivido con tutti i concorrenti, con i dirigenti degli istituti scolastici partecipanti, con i responsabili del meraviglioso “Castello S. Marco” che ci ha ospitato, con gli sponsor, con la gentile presentatrice Daniela Cavallaro, con i giornalisti e le emittenti televisive “Euro Tv” e “TGR Sicilia” che ci hanno seguito, con i massimi rappresentanti nazionali dell’Amira che ci hanno onorato della loro presenza ed, ovviamente, con coloro che mi affiancano nel nostro Consiglio Direttivo, ovvero Alfio Cantarella, Sebastiano Lobello e Chiara Gavioli».
Rodolfo Amodeo