Piove, anzi “diluvia” sempre sul bagnato. Riposto deve fare i conti con i danni dell’ennesima mareggiata, con il 1° bacino del porto pubblico ridotto, nuovamente, ad un ammasso di relitti galleggianti. Una situazione al limite che ha portato il sindaco Caragliano a presentare un esposto alla Guardia di Finanza, per accertare eventuali responsabilità, come si legge dalla nota, “dei progettisti, dei tecnici e degli amministratori pro tempore, siano ascrivibili illeciti, anche di carattere penale, nella progettazione e costruzione nonché nella gestione dei finanziamenti pubblici utilizzati per la costruzione del bacino del porto di Riposto”. Una scelta legittima, da cui tutti i cittadini ripostesi si attendono risposte certe.
Forse questa decisione poteva, e doveva, essere presa prima, per tutelare il solo bene “spendibile”, in tutti i sensi, per un ipotizzato rilancio economico di Riposto. Infatti, ritornando alla “FantaRiposto” di cui parlavano nello scorso numero, non dimentichiamo che sono molte le “leggende metropolitane elettorali” che raccontano di come, in vista dell’apertura del 1° bacino del porto pubblico, le promesse di posti di lavoro, di incarichi dirigenziali, di gestione dei servizi, abbiano, nei fatti, moltiplicato la funzionalità del porto stesso, raggiungendo quella dei porti di Montecarlo, Saint Tropez e Barcellona messi insieme. Ma sia sa, prima di ogni elezione, la fantasia e le parole volano libere, tutti promettono, mari (di posti) e monti (di guadagni). Peccato che, nonostante parliamo di una “FantaRiposto” immaginata, il maltempo sia stato tanto dispettoso da mandare a “catene all’aria” sia i pontili galleggianti che le promesse elettorali e, soprattutto, la “coltre di indifferenza” che copriva (eventuali) magagne nella progettazione del 1° bacino. E allora? Muoia Sansone con tutti i Filistei! Nessun indugio, dove ha fallito la politica, tocca alla Giustizia, in questo caso alla Guardia di Finanza, fare chiarezza!
Un altro aspetto che non è stato, invece, affrontato riguarda i danni subiti dal lungomare. Anche qui la forza delle onde ha fatto scempio dei resti della spiaggia e del muretto adiacente al marciapiede. Nonostante i pareri contrari di molti cittadini di Giardini Naxos, il cui muretto che delimita il lungomare è stato ridotto a brandelli (ne diamo notizia in un altro servizio, ndr), l’unico efficace mezzo di protezione dalla furia delle onde sono le barriere soffolte (ossia, a pelo d’acqua). Barriere il cui scopo è, lo ricordiamo, quello di spezzare l’impeto dell’onda, non di fare da muro allo onde stesse. Il Comune di Riposto, avendo già subito danni in passato (ricordiamo anche il crollo di parte della carreggiata, nei pressi dell’ex Ostello e vicino alla caserma dei Vigili del fuoco), era stato inserito in fascia A, ossia “a forte rischio idrogeologico”. Era stato approntato anche un progetto per creare una serie di barriere, che avrebbe contribuito con un triplice scopo: spezzare la furie delle onde; creare un ambiente adatto al ripascimento della costa e contribuire alla difesa della spiaggia, laddove l’azione erosiva del mare ne aveva diminuito drasticamente la profondità. Si arrivò alla fase finale ma non si riuscì a proseguire perché, a quanto risulta, non fu possibile reperire i fondi necessari per pagare gli esperti incaricati di rendere operativo il progetto stesso.
Perché non riprendere questo progetto e, puntando proprio sulla drammaticità della situazione presente, che dovrebbe portare alla proclamazione dello stato di calamità naturale, cercare di portarlo alla sua operatività? Certo, la “FantaRiposto” di cui sopra non potrebbe spendere promesse di posti di lavoro a iosa (e mica siamo sul lungomare di Rimini e Riccione…) ma si farebbe il bene di Riposto!
Corrado Petralia