Non essendo più in vita il compianto ex sindaco Salvatore Puglisi, il dirigente delle Poste in pensione Giuseppe Di Natale (“Peppuccio” per gli amici) è sicuramente l’attuale decano della politica francavillese avendo frequentato il Palazzo di Piazza Annunziata sin da quando portava i calzoni corti, rivestendo, nei vari decenni, i ruoli istituzionali di consigliere comunale, assessore e vicesindaco. Adesso ricopre la carica di capogruppo consiliare della maggioranza (ormai relativa), anche se, pure per lui, le ore potrebbero essere contate visto che il civico consesso della cittadina dell’Alcantara è a serio rischio di scioglimento non avendo approvato il Bilancio 2013, nemmeno nella recente seduta appositamente convocata da un commissario “ad acta” inviato dalla Regione Siciliana. E quella “maledetta sera” dell’appena trascorso mese di gennaio ha costituito per l’ex democristiano Di Natale (nella foto) il momento forse più amaro della sua lunga vita politica.
«Essere protagonista e testimone diretto della fine della democrazia nel nostro Comune – dichiara indignato il capogruppo di “Per Francavilla – Monea Sindaco” – mi ha profondamente rattristato. Anche perché si è trattato di un vero e proprio “suicidio”, visto che è stata una parte di noi consiglieri comunali ad impedire, senza alcun valido motivo, l’approvazione dello strumento finanziario, determinando, così, il probabile scioglimento dell’organo rappresentativo dei cittadini francavillesi».
– Perché parla di una bocciatura del Bilancio “senza alcun valido motivo”?
«Essenzialmente perché, nella fase in cui eravamo giunti, quanto portato in aula dal commissario regionale (che ha semplicemente ratificato il Bilancio predisposto dall’Amministrazione Comunale) non poteva più essere emendato; tanto valeva, dunque, approvarlo anziché paralizzare i servizi erogati alla cittadinanza (mensa scolastica, assistenza domiciliare, ecc.) ed, addirittura, provocare la “morte” dell’intero organo consiliare eletto appena un anno e mezzo fa. In ogni caso, la richiesta di rinvio della seduta per ulteriori approfondimenti, avanzata da alcuni colleghi consiglieri appartenenti a gruppi diversi dal mio, la si sarebbe potuta approvare, visto che in aula gli avversari dell’Amministrazione Monea sono in maggioranza (otto contro sette); ma, alla prova del voto, le due opposizioni non si sono ritrovate compatte e, pertanto, nessuno ci venga adesso a dire che siamo stati noi della cosiddetta “maggioranza relativa” ad aver “ucciso” la democrazia a Francavilla: ognuno si assuma le proprie responsabilità!».
– Ma, prima di approdare a questo “tragico epilogo”, i consiglieri comunali dei vari schieramenti erano stati messi nelle condizioni di poter avere voce in capitolo nella formulazione del Bilancio?
«Certamente! Nell’arco del trascorso autunno sono state convocate tutta una serie di riunioni di commissioni e di conferenze dei capigruppo dedicate proprio al Bilancio ed agli atti propedeutici a quest’ultimo (tra cui il Piano Triennale delle Opere Pubbliche). Ma a chi preferisce fare politica stando in piazza o al bar anziché andare a documentarsi, a discutere ed a confrontarsi nelle opportune sedi istituzionali, non è poi consentito lamentarsi di essere stato estromesso dalle decisioni e dalle scelte».
– È vero che, nei giorni precedenti alla “drammatica” seduta sul Bilancio, gli esponenti dei due gruppi consiliari d’opposizione avrebbero voluto incontrarsi con il commissario regionale e che tale possibilità sarebbe stata loro negata?
«Per quanto mi riguarda, poiché, a differenza di “altri” colleghi consiglieri, sono avvezzo a frequentare la casa municipale, non ho avuto alcuna difficoltà ad incontrare il commissario ed a discutere con lui. Lo stesso avrebbe potuto fare qualunque altro consigliere comunale. Ma, a quanto ho capito, coloro che si lamentano si sono rivolti ad “interposte persone”, che del commissario non sono certo i “segretari particolari” e che, come tali, non hanno titolo per prenotare appuntamenti ed incontri con tale funzionario regionale. Anche in questo caso, dunque, noi consiglieri della maggioranza relativa (o “moneiani fedelissimi”, come siete soliti etichettarci voi giornalisti…) respingiamo ogni addebito».
– Ma, secondo lei, il Consiglio Comunale di Francavilla decadrà veramente?
«Non so se il commissario regionale possa avere una qualche discrezionalità in materia, nel senso di poter convocare una nuova seduta per esperire un estremo tentativo di approvazione del Bilancio. So solo che, dovendoci rigorosamente attenere al dettato della normativa vigente, il civico consesso francavillese si è autodistrutto con le proprie mani».
Rodolfo Amodeo