In tempi, come quelli che si stanno vivendo, di “patti di stabilità” e “spending review”, andare a fare gli amministratori di un Comune può comportare più “oneri” che “onori”. E non ci riferiamo solo alle indennità di carica cui sempre più sindaci, assessori e consiglieri comunali sono costretti a rinunciare (per magari destinarne l’importo ai servizi essenziali da garantire ai cittadini), ma anche all’eventualità di dover sacrificare il proprio tempo libero e le proprie energie per dedicarsi a lavori umili e faticosi senza ricevere compenso alcuno.
Lo sanno bene alcuni amministratori e consiglieri comunali di Gaggi, che negli ultimi mesi, come ha pubblicamente ammesso il sindaco Franco Tadduni, in tutti i fine settimana si sono dedicati alla realizzazione di opere edilizie all’interno dell’ex casa-albergo per anziani, destinata a diventare (presumibilmente entro il 2015) la nuova sede del Municipio oltre che una struttura polivalente per le iniziative delle varie associazioni locali.
«Tenuto conto – ha spiegato il primo cittadino gaggese – dell’impegno assunto nei confronti della cittadinanza e dell’impossibilità di poter attingere al Bilancio del nostro ente, e ritenuto poco probabile, almeno nell’immediato, il reperimento di risorse economiche aggiuntive, gli amministratori ed i consiglieri di maggioranza abbiamo deciso di procedere personalmente, ed in regime di volontariato, alla realizzazione di una serie di lavori da svolgere all’interno della struttura dell’ex casa-albergo, in maniera tale da abbattere i costi della sopraelevazione del piano-terra, che consentirà di creare spazi da mettere a disposizione delle associazioni artistico-culturali presenti nel nostro territorio. Posso dire che i lavori si sono regolarmente conclusi e che nessun danno è stato da essi cagionato a persone o cose».
A sollevare il curioso (o “esemplare”?…) caso degli “amministratori-operai” sono stati, alcuni giorni addietro, i consiglieri comunali del gruppo d’opposizione “Nuova Gaggi Unita” (ovvero Angelo Ingino, Filippo Santoro, Rosario Coppola ed Angelo Tosto) attraverso un’interrogazione in cui chiedono al sindaco Tadduni se i lavori effettuati dai “volontari” rientrano in quelli per i quali gli uffici competenti dovranno indire il pubblico appalto, l’esatta identità delle personalità istituzionali improvvisatesi “muratori” e le rispettive attestazioni di competenza e professionalità per poter affrontare gli interventi in questione, e se, infine, sono stati posti in essere tutti gli adempimenti in materia di sicurezza ed infortunistica.
La trasformazione in palazzo municipale dell’ex casa-albergo sarà possibile grazie ad un mutuo di seicentocinquantamila euro concesso al Comune di Gaggi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Nel frattempo, però, l’Amministrazione Comunale ha deciso di rimodulare il relativo progetto avendo intravisto la possibilità di consentire anche alle associazioni locali la fruizione di alcuni spazi dell’edificio. Così, senza attendere i tempi biblici della burocrazia e ricercare invano finanziamenti pressoché inesistenti, il sindaco Tadduni ed i suoi uomini hanno pensato di “servirsi da sé”, facendo risparmiare soldi al loro ente.
L’intento è sicuramente nobile e potrebbe essere additato ad esempio a tutti gli altri pubblici amministratori, che sarebbe opportuno si rimboccassero in prima persona le maniche pur di dare risposte alle rispettive comunità. Ma, come hanno fatto osservare gli esponenti dell’opposizione gaggese con la loro interrogazione, questo tipo di lodevole “volontariato” potrebbe dover fare i conti con certe particolari normative.
Rodolfo Amodeo
Nella foto: l’ex casa-albergo di Gaggi e, nel riquadro, il sindaco Tadduni