L’ingresso nel Civico consesso del neo consigliere comunale Nino Bonaventura e le sue prime parole contro “la cementificazione selvaggia”
E finalmente la montagna partorì, dopo un lunghissimo travaglio durato quasi tre anni… E il rumore del parto fu forte, anzi fortissimo. Un rumore che ha spaventato molti e messo in allarme tanti. Finalmente, giorno tre marzo scorso, il Consigliere di maggioranza della lista del Sindaco Lo Turco, arrestato e condannato per corruzione, è stato dichiarato decaduto e surrogato dal consigliere Nino Bonaventura. Forti, pesanti, polemiche, accusatorie le parole pronunciate dal neo Consigliere al momento del suo ingresso nel Civico Consesso: “La tela di Penelope finalmente si è interrotta ed il filo di Arianna si è spezzato; in passato è bastata una alzata di mano per surrogare un consigliere, oggi ci sono voluti due anni e mezzo per la mia surroga. O per negligenza, o per volontà di qualcuno, la cittadinanza è stata scippata di un rappresentante eletto dal popolo”.
Parole pesanti, fortemente polemiche, il cui possibile bersaglio della ritardata surroga, abbraccia una vastissima area, che investe responsabilità politiche e burocratiche.
Nino Bonaventura inizia la sua vita consiliare puntualizzando che sarà fortemente contrario al saccheggio e alla cementificazione della città, poiché Giardini Naxos non ha bisogno né di essere ancora saccheggiata, né tanto meno di essere ancora cementificata, ma ha bisogno solamente di servizi e di lavoro, lavoro che può essere creato valorizzando le risorse naturali della natura.
Parole chiare, forti, che suonano in contrasto con quanto, fino ad oggi, si è sentito in seno al non sempre disciplinato Consiglio, aperto e disponibile ad aprire ampie maglie nella interpretazione delle regole che codificano le costruzioni nel tanto devastato territorio giardinese. Fino ad oggi, è prevalsa la concezione di creare posti di lavoro, in una crisi fortemente paralizzante che attanaglia e strangola le fragili economie dei piccoli paesi. A Giardini Naxos, nel campo dell’edilizia, dove maggioranza e minoranza, spesso si sono stampellate, si è stati larghi, a volte larghissimi nel rilasciare concessioni edilizie riguardanti lottizzazioni e cooperative. Le parole di Nino Bonaventura sono chiare: “Sarò contro la cementificazione e contro il saccheggio del territorio”.
Ma alle parole dovranno seguire i fatti. Non è con le parole che si risolvono i problemi del paese. “Verba volant, scripta manent”; sono i fatti che ci classificano e ci fanno individuare. Il comportamento e la collocazione del nuovo Consigliere comunale saranno individuati dalle sue scelte. Non bastano le parole, anche se accattivanti. Il tempo ci dirà dove andrà a collocarsi il neo arrivato. Una cosa è certa; non intende essere un numero, un consigliere voto; non sarà un robot che alza la mano ad ogni ordine di scuderia. Vuole essere un componente attivo, di un Consiglio che si riunisce, che discute, che litiga per trovare punti di incontro e che vota le decisioni da prendere, ma che rispetterà i deliberata della maggioranza.
E fedele ai suoi principi di voler essere portatore di idee e suggerimenti, considerato che non conosce i punti iscritti all’ordine del giorno, chiede che il Consiglio si autoconvochi, perché non è legale che si discutano punti iscritti, che lui non conosce. Ottime, legittime le motivazioni della richiesta di rinvio. Ci auguriamo che la nuova linfa arrivata nell’esangue Consiglio comunale della città Patria di Tisamndros, sia portatrice di vigoria e forza.
Non vorremmo che, dopo tanto rumore e dopo due anni e mezzo, di attesa la montagna che ha partorito, con tanto travaglio e fortissimi dolori, abbia messo al mondo un insignificante ed innocuo topolino. L’ingresso del nuovo Consigliere può rappresentare per gli schieramenti politici e le aggregazioni che hanno sostenuto e sostengono l’Amministrazione del Sindaco Lo Turco, l’occasione affinché facciano sentire la loro voce con adatti suggerimenti, e così la macchina amministrativa potrà riprendere la sua regolare corsa e affrontare quei problemi e quelle necessità menzionate nei recenti manifesti apparsi sui muri della città.
Francesco Bottari