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Randazzo, anomala moria di cani

Randazzo, anomala moria di cani

Il sospetto fortissimo è che si tratti di avvelenamento premeditato. La denuncia del sindaco Mangione

Il sindaco di Randazzo Michele Mangione ha presentato un circostanziato esposto per tentare di arginare l’increscioso fenomeno del massiccio avvelenamento di cani randagi ma che coinvolge pure quelli padronali. L’anomala moria – una vera e propria strage perpetrata da ignoti senza scrupoli che cospargono, apparentemente senza motivo – ampi spazi di territorio comunale con bocconi letali ha avuto una recrudescenza nelle ultime settimane, al punto da preoccupare soprattutto i proprietari dei cani da compagnia che temono l’avvelenamento dei propri fidi durante le passeggiate negli spazi verdi extraurbani e nelle aiuole del centro abitato.

A sentire i proprietari dei cani e i medici veterinari – che talvolta riescono a salvare gli animali da una morte atroce – pare che i bocconi si presentino sotto forma di polpette preparate con sostanze tossiche, irresistibili per i cani che usualmente mangiano con voracità tutto ciò che abboccano senza fiutare l’eventuale presenza di veleno come, invece, solitamente fanno i gatti.

Il sindaco Mangione raccogliendo le doglianze dei proprietari che hanno perso il loro cane e le preoccupazioni di numerosi cittadini indignati non ha esitato a rivolgersi al Prefetto di Catania, al comando Stazione Carabinieri, al Comando Distaccamento Forestale, al Comando Polizia Municipale e all’unità operativa semplice di Sanità Pubblica Veterinaria con sede a Randazzo, per chiedere un’azione congiunta al fine di intensificare i controlli per contrastare e reprimere eventuali violazioni di legge a danno degli animali.

Il primo cittadino, inoltre, attraverso il proprio profilo facebook, si è rivolto a tutta la cittadinanza chiedendo la massima collaborazione affinché chiunque sia a conoscenza di indizi che possano aiutare ad arginare il criminale fenomeno dell’abbandono volontario e sistematico di bocconi avvelenati ne dia comunicazione alle autorità. Nell’esposto firmato dal sindaco Mangione, tra l’altro, si legge che la presenza di carcasse di randagi deceduti per avvelenamento e abbandonate lungo le strade dell’abitato e dell’agro di Randazzo, “rappresenta una seria criticità sia per la salute pubblica, sia per i danni patrimoniali a discapito dei privati cittadini, sia per la catena alimentare del già precario equilibrio dell’ecosistema faunistico del territorio comunale”. Infatti, l’avvelenamento potrebbe trasmettersi anche agli animali necrofagi che a loro volta si cibano delle carogne delle bestie avvelenate.

È inutile negarlo, il territorio di Randazzo negli ultimi tempi pullula di randagi. Pare che il fenomeno sia in forte crescita in conseguenza dell’aumento esponenziale dell’abitudine di allevare cani da compagnia, che talvolta restano abbandonati o smarriti. Dopo la completa eliminazione dalle strade dei cassonetti per la raccolta della spazzatura, veri e propri ricettacoli per i randagi che un tempo si nutrivano rovistando tra i rifiuti, oggi gli stessi randagi stentano a trovare cibo e la costituzione di numerosi branchi sta rappresentando un pericolo sia per le persone, sia per gli animali da allevamento.

Specie durante i periodi più freddi dell’anno, non è raro vedere scorrazzare branchi di cani randagi. Nelle strade di campagna, poi, ci si può imbattere frequentemente anche nei pressi di una cucciolata e la presenza di una cagna aggressiva.

Pertanto, per armonizzare la convivenza tra la popolazione umana e quella animale e per garantire la salute pubblica e l’incolumità dei cittadini e dei loro patrimoni, la questione necessariamente dovrà essere discussa in sede istituzionale.

Per garantire il rispetto del benessere dei cani, tuttavia non basta che i cittadini siano indignati, il cui fatto è indubbiamente condivisibile, contro chi cosparge il terreno di bocconi avvelenati. Bisognerà attivare una serie di misure come quella di anagrafare i cani (così come previsto dalla legge 281/1991 e dalla L.R. 15/2000). La mancata iscrizione all’anagrafe canina, ad esempio comporta una sanzione pecuniaria che può arrivare a oltre 17mila euro. Evitare l’abbandono degli animali da compagnia e sterilizzare i randagi secondo i protocolli previsti dalle norme nazionali e regionali. In tal senso l’Asp di Catania, già da qualche tempo, ha avviato un apposito servizio gratuito. Dall’altro lato il comune dovrà aumentare il già gravoso impegno per la lotta al randagismo e il recupero di cani vaganti traumatizzati facendo ricorso a tutti gli strumenti possibili.

Gaetano Scarpignato

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