Per mesi e mesi abbiamo provato a insegnare ai nostri anziani che non bisognava mettere i resti dei carciofi assieme alla carta o alle lattine. Alla fine, ci siamo riusciti. Tra alti e bassi sono tantissime le persone che fanno la raccolta differenziata, con ottimo successo. Sarà per questo ottimo risultato che, spesso, si vanta “la buona volontà nel fare la differenziata”, ma non basta. Il risultato del livello della differenziata è un concetto molto semplice e, in termini pratici, si esprime come la quantità di materiale che si riesce a differenziare per tipologia e, infine, tramite vari processi, a riutilizzare nuovamente, con un risparmio per l’ambiente e un ritorno economico dai vari Consorzi di riciclo.
Cade a fagiolo una riflessione relativa al costo della Tares 2013 di Fiumefreddo, che mostra un costo di ben 509 mila euro alla voce “costi della raccolta differenziata” contro le 330 mila euro di “costi smaltimento rifiuti solidi urbani”. Analogamente ciò avviene in tutti i Comuni. A Giarre, per esempio, ben € 1.514.762,40 sono stati i “costi della raccolta differenziata”, contro solo (si fa per dire) € 988.932,01 per il trattamento e smaltimento rifiuti solidi urbani. Qualcosa non torna: tutti pensavamo che differenziare convenisse, perché a fronte di un costo “X”, avremmo ricavato un guadagno “Y”, dove il costo sarebbe stato pari o inferiore. Invece, i numeri dicono che ci perdiamo quasi a differenziare.
Comprendiamo ora la linea intrapresa in tutti i Comuni dell’area jonico-etnea. Ricordiamo chiaramente il comunicato del Comune di Fiumefreddo di Sicilia, del mese di ottobre/novembre 2013, che recitava: “si invita la cittadinanza a rispettare scrupolosamente il calendario di raccolta. L’isola ecologica è aperta tutti i giorni, tranne festivi, dalle ore 8.00 alle ore 12.00”. Evidentemente, visto che l’Ato era in liquidazione, i Comuni avevano già preso potere/coscienza che la raccolta rifiuti si sarebbe potuta effettuare come miglior servizio sul territorio. In effetti, forse, ha funzionato per qualche giorno, il tutto tra la vetroresina delle campane per la differenziata dismesse e le centinaia di oggetti accatastati nell’isola ecologica di Fiumefreddo.
Ma poi qualcosa non ha funzionato. I cittadini e qualche operatore hanno ricominciato a dichiarare: “Mettono tutto assieme”. In effetti, se in questi mesi osserviamo le condizioni in cui versa l’esterno dell’isola ecologia di Fiumefreddo di Sicilia ci rendiamo conto che, evidentemente, quell’atteso controllo da parte dei tecnici comunali e dai vari organi non è poi così veritiero. Un tempo avrebbero giustificato dicendo: “L’abbiamo detto, l’abbiamo richiesto, li stiamo diffidando, li diffideremo… l’apparato Ato è molto complesso…”. Oggi, non sappiamo ancora come risponderanno, ma qualcosa la si inventa… forse.
Aprendo il sito del Comune di Fiumefreddo si vede ancora la locandina dell’Ato Joniambiente (quella che recita: “La raccolta differenziata è un obbligo di legge”). Evidentemente, non si sono del tutto accorti che finalmente le cose sono cambiate a loro favore… Almeno così ci garantivano e noi abbiamo creduto a loro.
Concetto Barone