Oltre che nell’agricoltura, nei decenni scorsi l’economia dei Comuni dell’entroterra siciliano aveva un suo punto di forza anche nelle attività di ricamo, grazie alla spiccata perizia delle donne del luogo nella pratica della tessitura, dell’uncinetto, del “punto ‘nglisi” (o “pungo ago”) e di altre particolari tecniche che consentivano di realizzare pregevoli e, spesso, artistici tovagliati per tavole da pranzo, lenzuola per i letti e corredi personali.
A riprova del valore di quanto prodotto (magari in pomeriggi assolati sull’uscio di casa dopo aver ottemperato alle faccende domestiche) da queste laboriose casalinghe, tali “capolavori” venivano acquistati da agenti di commercio che poi andavano a piazzarli in esclusivi negozi delle città capoluogo e della già frequentatissima Taormina.
Ed in tempi di crisi, come quelli che stiamo attraversando, un ritorno alla pratica delle attività di ricamo potrebbe rivelarsi un’idea vincente: ad intuirlo è stato il Comune di Castiglione di Sicilia ed, in particolare, l’assessore Lucia Chisari (nella foto accanto a quella di due “sopravvissute” ricamatrici), la quale nei giorni scorsi ha ufficialmente invitato tutte le sue concittadine “esperte” del settore a contattarla (incontrandola in municipio nelle mattinate del mercoledì e del venerdì tra le ore 10,00 e le 12,30 oppure telefonando allo 0942-980222) per tentare di mettere in campo tutta una serie di iniziative (laboratori per le scuole, eventi espositivi e promozionali, incontri con stilisti ed imprenditori del settore tessile, ecc.) che possano rilanciare l’antica e pregiatissima arte creando, possibilmente, anche occasioni occupazionali e di sviluppo economico per le giovani generazioni.
Rodolfo Amodeo