La “Tristezza” devasta gli agrumeti siciliani

Da anni si parla di questo virus letale che sta distruggendo interi agrumeti siciliani, il Citrus Tristeza Virus (CTV)  è un virus appartenente al gruppo dei Closterovirus, che causa una patologia chiamata tristezza degli agrumi, lo sviluppo della malattia in molti casi è devastante riducendo le piante ad arbusti secchi e senza vita.

Il virus sta colonizzando agrumeti e giardini, annientando le coltivazioni che utilizzano l’arancio amaro come portinnesto, sono settantamila gli ettari coltivati ad agrumi ( esclusi i limoni ) in Sicilia e nella piana di Catania, in molti comprensori la percentuale di piante infette raggiunge il 60%.
Gli interventi da parte delle istituzioni sono pochi e male organizzati, l’unico rimedio possibile al momento è l’estirpazione della pianta infetta  e il rimborso previsto dalla regione è di 9 mila euro / ettaro per ogni azienda agricola.

Abbiamo fatto alcune domande all’agronomo e libero professionista di Trecastagni (CT), Corrado Vigo, che da anni raccoglie e studia gli effetti che questa malattia sta producendo nella nostra regione (visita il suo blog ).

Lo sviluppo di questa malattia nel nostro territorio ( provincia di Catania e Messina ) è da considerarsi allarmante?

Si, la diffusione della malattia sta avendo effetti devastanti in tutte le contrade agrumetati della Sicilia; l’allarme che è stato lanciato mesi fa è davvero reale. La malattia avanza in maniera esponenziale mettendo a rischio seriamente l’agrumicoltura isolana.

Esiste un programma regionale di monitoraggio del virus?

Esiste un Decreto di Lotta Obbligatoria, emanato con Decreto Ministeriale. Allorquando si riscontra la malattia ogni agrumicoltore, o tramite il proprio tecnico, devono fare la segnalazione al Servizio Fitosanitario Regionale, che è dotato non solo di personale preparatissimo, ma anche di laboratori atti a fare le apposite analisi e determinare la presenza o meno dell’infestazione, ed anche la percentuale presente in quel dato appezzamento.

Il “rimedio” considerato valido fino ad oggi è l’estirpazione della pianta, esistono rimedi alternativi?

L’unico rimedio è quello dell’estirpazione delle piante ed il successivo reimpianto; ma questa operazione non solo ha costi elevati, all’incirca 15.000,00 euro/ettaro, ma mette l’agrumicoltore nelle condizioni di non trarre reddito almeno per i cinque anni successivi, atteso che le giovani piantine non daranno una produzione sufficiente almeno per tutto quel periodo.

Sintomi ed evoluzione della malattia, come riconoscerla e come evitare la diffusione.

La malattia è facilmente individuabile: la pianta comincia ad ingiallire, a produrre frutti di ridotta pezzatura, ad emettere sempre meno germogli, e quelli che produce hanno internodi assai ravvicinati. Le piante riescono a sopravvivere ad alcuni ceppi blandi anche per decenni, ma molti ceppi virulenti portano le piante alla morte in pochissimo tempo.

Evitare la diffusione è praticamente impossibile, considerato il fatto che il virus della Tristezza viene veicolato dagli afidi, che nel periodo primaverile ed in quello autunnale sono in numeri di miliardi, e con generazioni ravvicinatissime.

Quali sono gli interventi regionali a sostegno degli agricoltori?

E’ stato fatto un primo intervento con soli 10 milioni di euro, suddivisi agli agricoltori nella ragione di 9.000,00 euro/ettaro per la sola estirpazione; una sorta di “mancato reddito”.

Allo studio c’è un possibile bando per intervenire sulla problematica, ma ciò che manca attualmente, sono i soldi; e ne servono tantissimi.

Però sia alla Unione Europea, che alla Regione c’è la consapevolezza di dover intervenire.

La Sicilia oggi vive una crisi agrumicola mai vista prima, questo virus sembra essere la goccia finale di tutta una serie di mancati interventi, quali sono state le azioni che avrebbero potuto salvare il settore agrumicolo siciliano?

Forse la politica avrebbe dovuto avere più attenzione per il settore, e notiamo che ancor oggi è distante; un esempio per tutti? L’ARS non ha inserito nemmeno un centesimo nella finanziaria 2013 per sostenere, come aveva fatto per decenni, la manifestazione “Arancia della Salute” dell’AIRC. Ed anche questa sarebbe stata promozione dei nostri frutti.

Una seria promozione martellante potrebbe sicuramente ridare alla nostra agrumicoltura il peso che merita.

Il “caso California”.

Sul caso “California” aggiungo solo che … in quello stato l’agrumicoltura viene vista come una delle tante industrie, e viene supportata e tenuta in seria considerazione: Basti pensare che per

ogni gelata, ad esempio, lo stato della California mette in moto un risarcimento immediato, con centinaia di milioni di dollari.

Sicuramente lì … hanno compreso che l’agrumicoltura è un settore trainante della loro economia.

Crediti foto  http://corvigo.blogspot.it/