Occorre un’accelerazione per concretizzare i propositi del libero consorzio dei comuni “Jonia Taormina Etna”
Non ha dubbi il sindaco di Riposto, Enzo Caragliano; superata la fase preparativa che ha richiamato a raccolta i sindaci di circa 30 Comuni del versante jonico etneo e peloritano per la definizione di una prima piattaforma organizzativa, adesso scatta il secondo step operativo che coinvolge pienamente i Consigli comunali che ricoprono un ruolo importante e strategico all’interno del consorzio.
Saranno infatti i consiglieri comunali a portare avanti anche la strategia che coinvolge la popolazione in quella che appare come una occasione irrinunciabile per lo sviluppo del territorio.
“Confido, pertanto, nella fattiva collaborazione del presidente del Consiglio, Mariella Di Guardo, nel trovare la giusta sintesi – afferma il sindaco Caragliano – perché il Civico Consesso ripostese possa esprimersi sovranamente, condividendo un progetto che potrebbe essere una occasione irrinunciabile per la nostra Riposto in termini di sviluppo, di crescita commerciale e di rilancio della piattaforma turistico ricettiva”.
Il sogno del Consorzio è quello di rendere peculiare il territorio interessato, dal punto di vista turistico e dell’identità. Un territorio che da sempre costituisce una terra di mezzo tra il versante messinese e quello catanese, vera locomotiva dello sviluppo siciliano.
E in quest’ottica l’Etna e Taormina rappresentano un plus valore mentre Giarre e Riposto, con le loro forti propensioni commerciali e turistiche, rivestono un ruolo centrale.
“Ritengo doveroso sollecitare l’azione del Consiglio comunale che – afferma il sindaco Caragliano – solo in questo secondo step, dopo la fase preparativa affidata ai sindaci dei territori, in vista del prossimo appuntamento del 24 aprile con la riunione operativa riservata ai presidenti dei Consigli comunali, saranno chiamati a votare i necessari atti di indirizzo, fermo restando la necessità di trovare unitariamente delle soluzioni riguardo la vicenda del referendum confermativo che comporta un aggravio di spese insostenibili. L’intendimento comune è quello di emendare l’attuale legge regionale eliminando questo passaggio particolarmente oneroso per gli Enti locali”.