E dopo l’intervista al mediano gialloblù Davide Messina, arriva il turno di un autentico fuoriclasse per la categoria appena abbandonata dal Giarre. È infatti il giarrese Rosario Patanè, difensore con trascorsi tra i professionisti, a completare la sequela di interviste dedicate ai protagonisti locali di questa irresistibile cavalcata verso l’Eccellenza. Fisico prestante, efficacia nel gioco aereo, tempestività nelle chiusure, tenacia nel fronteggiare gli avversari che lo sfidano negli “uno contro uno”, e spiccata attitudine a rilanciare la manovra. Ecco le credenziali del centrale di difesa del team di Maurizio Romeo. Le sue gesta sono già note al pubblico giarrese, che lo ammirò nella stagione 2010/2011 durante l’era Malaponti.
– La si ricorda con la maglia del Giarre nell’ultimo ann0 di Eccellenza disputato dall’undici di Mirto. Si suppone che aver riportato questa squadra lì dove l’aveva lasciata, la inorgoglisca molto. Cosa ricorda di quella stagione?
Era la stagione 2010/2011.Ricordo che l’inizio di campionato fu un po’ in sordina. Collezionammo infatti una trafila impressionante di pareggi, non a caso la squadra occupava un’allarmante posizione di classifica. Tuttavia, grazie al contributo di diversi elementi di qualità in organico come per esempio il bomber Gambino, riuscimmo a scalare la graduatoria ed a piazzarci ad un soffio dalla griglia dei play-off! Non posso poi non rimembrare con amarezza il goal annullatomi al Celeste contro il Città di Messina. L’invalidamento di quella rete ci costò una sconfitta che ci bruciò per come maturò.
– In quale squadra militava prima di rientrare a Giarre?
Ero tra le fila della Leonfortese. Poi non trovai l’accordo con la società, che quest’anno ha ottenuto la promozione in serie D, e decisi di accasarmi nel Giarre.
– Quali maglie ha indossato durante la sua carriera?
Non potrò mai dimenticare la formativa esperienza con il Cervia di Ciccio Graziani. Quella stagione, che attirò l’attenzione dei riflettori di un reality show di Mediaset denominato “Campioni”, fu fondamentale per la mia crescita calcistica. Non posso poi dimenticare, oltre ai trascorsi in D con il Cervia, l’esperienza di Andria in C 2. Mi preme citare anche una piazza calda come Vibo Valentia, dove disputai un campionato di C2. Con l’Adrano giocai un’amara finale play-off di serie D contro la Vico Equense, mentre ad Acireale vinsi il campionato di Eccellenza. In riferimento a ciò, ci tengo a precisare che quella squadra, nella quale mi trascinò l’ex ds gialloblù Mario Marino, vantava giocatori del calibro di Madonìa, ex Giarre poi arrivato in B con la maglia del Trapani, ed Esposito.
– Il goal più bello della sua carriera?
Con la maglia della Vibonese a Noicattaro. Si trattò di un tiro da 25 metri.
– Racconti come ha vissuto l’ultima trionfale stagione.
Credo cha abbiamo meritato di aggiudicarci la vittoria di questo campionato, se si considera che lo abbiamo guidato con autorevolezza sin dall’inizio. Vi è stato un passaggio caratterizzato da una fisiologica flessione, ma dopo il pari di Mascalucia contro l’Atletico Catania, siamo stati capaci di stringere i denti e di riconquistare una vetta che poi abbiamo blindato fino alla fine della stagione.
– A cosa addebita questo calo?
Si è trattato di un calo psico-fisico. Molti non ne sono a conoscenza, ma giocare su un campo duro facilita la manifestazione di guai muscolari e di problemi alla schiena. Se a questo si aggiunge che, in qualche circostanza, la ruota della fortuna ci è girata contro, il quadro è completo. Le contestazioni, in quella fase delicata, ci hanno turbato parecchio. Tuttavia, abbiamo trovato dentro di noi le risorse per riprenderci quanto la sorte e le negative vicissitudini ci avevano sottratto. Alla fine, abbiamo vinto contro tutto e tutti ed il goal che ha messo il sigillo nella sfida decisiva contro il Real Aci, ha insaporito questo trionfo sebbene ci sia ancora qualcuno che attribuisce la marcatura ad Aleo.
– Il futuro?
Credo fermamente nella bontà del progetto di questa società. Confido nella professionalità del sodalizio gialloblù, che è consapevole di quante responsabilità comporti rappresentare una piazza dalle gloriose tradizioni calcistiche come Giarre.