In questi giorni i Presidenti delle Regioni italiane si sono riuniti nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera per convenire, alla fine, che lo Statuto speciale siciliano è esportabile. Questa conclusione è di una stupidità allarmante. Se a questo aggiungiamo che il primo a parlare in questo senso è stato il nostro presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, la cosa è di ulteriore allarmante stupidità. Naturale che Maroni (Lombardia) e Zaia (Veneto) si azzufferebbero se l’autonomia siciliana fosse messa all’asta.
Ardizzone, euforico e trionfante, aveva finito di dichiarare: “Lo Statuto speciale siciliano rappresenta un modello da esportare anche nelle altre Regioni, ma se sarà concessa l’autonomia finanziaria piena”. Le eresie di Ardizzone sono colossali, non solo e non tanto perché aveva avuto già modo di sentire al riguardo i docenti universitari palermitani, non solo e non tanto perché, altrettanto al riguardo, aveva ricevuto, con lettera-raccomandata, il nostro, sia pure modesto, contributo sintetizzato in 5 punti, fino al punto di rischiare la banalizzazione degli argomenti per porgerli in modo estremamente chiaro. Intervenendo ora, con molto ritardo e con l’acqua alla gola, per via del recente disvelamento del Renzi-pensiero, il presidente Ardizzone, commette, a nostro avviso, l’ennesimo errore di chiamare a raccolta anche le altre Regioni per iniziare una battaglia che andava fatta in solitario, per ovvie ragioni, già abbastanza tempo fa e che ora la barca può solo affondare, non solo per i troppi passeggeri a bordo, ma anche e soprattutto perché l’azione inevitabilmente accentratrice di Renzi non può concedere ulteriori sconti a nessuno. C’è, assolutamente, da scaricare Maroni, anche se ha affermato: “Sono disposto ad aiutare la Sicilia ad attuare lo Statuto, ma in cambio voglio l’autonomia come la Sicilia”, perché non è utile ed opportuno che la Sicilia si faccia aiutare da alcuno. La Sicilia deve aiutarsi da sola, cosa che purtroppo, per il passato, non ha fatto. Noi abbiamo da conquistare, come primissima cosa, il collegamento diretto con Bruxelles, come dispongono le carte dell’Europa delle Regioni, come hanno già Barcellona, Malta e Cipro, ecco perché revisionare il nostro Statuto che non poteva prevederlo considerando la sua vetustà. Subito dopo andavano e vanno revisionati altri argomenti, da modificare o da inserirne di inediti, per completare il tutto con la piena riattivazione dell’Alta Corte. Questo significava e significa mettere in sicurezza lo Statuto, capito caro Ardizzone? Il resto sono solo frottole ed ulteriori perdite di tempo prezioso. Purtroppo la minaccia dell’azzeramento renziano degli Statuti incombe e, se tanto non bastasse, arriva perfino Maurizio Bernava, segretario regionale (Cisl), a chiedere l’azzeramento immediato del nostro Statuto considerato una autentica “zavorra”. Ecco, siamo a questo, ed allora se in Sicilia stiamo per generare l’ennesima sciocchezza, meglio preparare il funerale alla Sicilia ed ai siciliani. Poteste sapere quanto è bello aver dedicato parecchi anni urlando al vento? Siamo tristemente felici, di una tonalità che non vi facilitiamo indovinare. Abbiate pazienza. Siamo al minimo.
Salvo Marino
ECCO I 5 PUNTI INVIATI AD ARDIZZONE:
1) Quale Regione veramente autonoma non desidererebbe avere un collegamento diretto con Bruxelles (come ha la Catalogna), non previsto nel vecchio Statuto, che è proprio vecchio, che possa consentire di gestire, per esempio, gli ex fondi Fas direttamente senza passare da Roma? Che possa gestire direttamente la decisione di realizzare il Ponte sullo Stretto saltando gli ostruzionismi romani? E via di questo passo. Collegamento diretto che hanno perfino Cipro e Malta.
2) Quale Regione veramente autonoma non desidererebbe incassare tutto direttamente (inclusi i famosi articoli 36, 37, 38, e 40 dello Statuto) dando a Roma, come fa Barcellona, solo il 10% dell’incasso complessivo?
3) Quale Regione veramente autonoma non desidererebbe legiferare sull’intensificazione dei rapporti con gli Stati Membri dell’Unione europea e con i Paesi del Mediterraneo nell’ottica della “Europa delle Regioni”?
4) Quale Regione veramente autonoma non desidererebbe poter difendere i diritti costituzionali del popolo siciliano?
5) Quale Regione veramente autonoma non vorrebbe poter istituire un’agenzia pubblica per l’assistenza e l’implementazione degli investimenti pubblici e privati in Sicilia?