Dopo un’estenuante trattativa durata oltre quindici anni, il Comune dell’Alcantara è ormai ad un passo dalla cessione all’Enel dell’impianto e del relativo oneroso servizio, che l’ente di Piazza Annunziata non è più in grado di poter gestire. Ma nonostante i costosi interventi di ammodernamento effettuati di recente, la Società nazionale è disposta ad offrire “solo” 333mila euro. Raccontiamo qui tutta la storia di un “gioiello di famiglia” che, ormai da tempo, non “brilla” più
In tempi di lacerante crisi economica, anche il Comune di Francavilla di Sicilia si vede costretto a dover alienare il proprio “gioiello di famiglia”, ossia la “gloriosa” azienda elettrica da esso gestita per oltre un secolo.
Negli ultimi decenni, in realtà, tra costi di gestione, utenti morosi ed onerosi obblighi imposti dalle nuove normative in materia energetica, tale servizio di “glorioso” ha mostrato ben poco. Da qui il tentativo, intrapreso dalle tre ultime Amministrazioni Comunali francavillesi (rispettivamente guidate dai sindaci Salvatore Puglisi, Salvatore Nuciforo e da quello attualmente in carica Lino Monea), di convincere la Società nazionale “Enel” a rilevare l’impianto.
Ma mentre nel 1999 il compianto sindaco Puglisi era riuscito a “strappare” all’Enel un’offerta pari a tre miliardi e mezzo delle vecchie lire, adesso, stando agli ultimissimi contatti avuti dall’Amministrazione Monea, il “colosso” italiano dell’energia è disposto a sborsare non più di 333mila euro.
Vero è che, a partire dal 2008, l’Amministrazione Nuciforo ha messo mano, utilizzando prevalentemente fondi comunali, a tutta una serie di costosi interventi di ammodernamento e messa in sicurezza della vetusta e fatiscente rete elettrica cittadina, che oggi, quindi, si ritrova con diverse cabine di nuova generazione nonché migliaia di sofisticatissimi contatori elettronici fatti installare nelle abitazioni del paese; ma è anche vero che la comunità francavillese, sempre più in preda allo spopolamento, esprime molto meno utenze rispetto al passato; e pertanto, stando alla “spietata”, ma imprescindibile, analisi “costi-benefici”, l’Enel teme di trovarsi di fronte ad un investimento poco o per nulla produttivo. Il bacino ottimale per erogare questo tipo di servizio dovrebbe, infatti, essere di almeno trentamila utenze, mentre allo stato attuale a Francavilla i consumatori di energia elettrica sono solo 2.650 (dai quali si ottiene un fatturato complessivo di un milione e 500mila euro l’anno, riferito anche ai consumi effettuati negli immobili di proprietà del Comune, come il municipio e le scuole).
«In ogni caso – dichiara l’assessore comunale ai servizi idroelettrici, Armando Belfiore – l’azienda elettrica rappresenta per il nostro ente un’autentica “palla al piede”, che non possiamo più permetterci di gestire in proprio. Certo: la sua cessione è un qualcosa di “doloroso” in quanto si tratta di privarsi di un pezzo di storia della nostra comunità. Prima di approdare ad una decisione definitiva, comunque, coinvolgeremo democraticamente, nelle opportune forme, l’intera cittadinanza affinché si possa giungere ad una soluzione quanto più condivisa possibile. Anche questa, assieme ad altre imminenti scelte strategiche di vitale importanza per la nostra comunità (come la revisione del Piano Regolatore Generale), sarebbe stata una questione sulla quale avrebbe dovuto esprimersi il nostro Consiglio Comunale, che purtroppo, però, si è sciolto nelle settimane scorse per non aver approvato il Bilancio 2013».
Per intanto, prima di intonare il definitivo “de profundis”, l’assessore Belfiore ha pensato bene di ricostruire la lunga “epopea” dell’azienda elettrica francavillese munendosi delle copie della relativa corposissima documentazione, in tutti questi decenni scrupolosamente custodita negli uffici municipali di Piazza Annunziata dai vari funzionari responsabili ed, in particolare, dal ragioniere Francesco Rao, in pensione da alcuni anni.
Apprendiamo, così, che il 7 aprile del lontano 1898 il Comune di Francavilla di Sicilia, così come il limitrofo Comune di Castiglione, dietro espressa richiesta della ditta “Patanè & C.” concedette a quest’ultima di poter per un quinquennio produrre energia elettrica attraverso lo sfruttamento dell’energia cinetica derivante dallo scorrere delle acque del fiume Alcantara. Il concessionario costruì, quindi, una piccola centrale in contrada Ciappa, ed esattamente in un terreno di proprietà del Conte di Francavilla.
L’impianto così realizzato entrò in funzione l’1 dicembre del 1900, proiettando la cittadina dell’Alcantara in una dimensione per allora “avveniristica”: da un dépliant pubblicitario edito all’epoca in Svizzera, si apprende addirittura che i turisti partivano in carrozza da Taormina alla volta di Francavilla per “provare l’ebbrezza” di soggiornare all’“Hotel du Chateaux” in quanto «avec la lumière electrique» (ossia «fornito di luce elettrica»).
Ovviamente, a parte qualche rarissimo caso di utilizzo privato come quello appena citato, l’innovativo servizio era fondamentalmente destinato ad illuminare le strade del paese nelle ore serali e notturne; durante il giorno pertanto, non esistendo ancora i moderni elettrodomestici (frigoriferi, caldaie, televisori, ecc.) la cui funzionalità non può subire interruzioni, esso veniva tranquillamente disattivato per consentire ai tecnici ed agli operai della ditta “Patanè & C.” di provvedere alle operazioni di manutenzione.
Ma il 30 novembre del 1904, alla scadenza della convenzione quinquennale con il concessionario, il commissario comunale straordinario del tempo comunicava di volersi avvalere della facoltà di riscatto prevista da un’apposita clausola in forza della quale il Comune di Francavilla e quello di Castiglione si sarebbero potuti appropriare degli impianti versando alla ditta “Patanè” una somma complessivamente pari a centomila lire (una cifra allora non indifferente), da suddividere in proporzione al numero di lampade installate in ciascuno dei due Comuni. A seguito dell’opposizione della ditta, la questione approdò nelle aule di giustizia sino a giungere alla sentenza finale della Corte d’Appello di Catania, la quale si pronunciò in favore delle municipalità. Il 30 settembre 1910, dunque, il Comune di Francavilla rilevò la piccola centrale elettrica di contrada Ciappa ed iniziò a gestire in proprio il servizio, avvalendosi della consulenza tecnica dell’ingegnere messinese Pietro Interdonato.
Nel frattempo, con il progresso tecnologico che cominciava timidamente ad avanzare, anche qualche privato cittadino si spingeva a fare richiesta al Comune per poter usufruire del servizio (soprattutto i tanti falegnami allora operanti in paese affinché potessero alimentare le seghe elettriche ed i primi ingegnosi macchinari ideati per facilitare e velocizzare il loro lavoro).
Quasi contemporaneamente prendeva piede in tutta l’isola la “Società Generale Elettrica di Sicilia”, denominata “S.G.E.S.”, che nell’ambito del suo piano di elettrificazione chiedeva al Comune di Francavilla la derivazione delle acque per il primo salto della costruenda “Centrale Alcantara”. Iniziarono, così, i rapporti con questo nuovo soggetto il quale, tra il 1920 ed il 1921, finirà con l’acquisire, in cambio della fornitura di un certo numero di chilowattori l’anno, la proprietà della rete elettrica francavillese non essendo più il Comune in grado di fronteggiare le esigenze di potenziamento dell’impianto. Nella competenza della municipalità alcantariana rimanevano, comunque, la distribuzione dell’energia (che le veniva “consegnata” dalla S.G.E.S. a tremila volts) e le linee interne al centro urbano.
Si arriva, infine, al 1961 quando, con la nazionalizzazione dell’energia elettrica, la S.G.E.S. viene assorbita dall’E.N.E.L., che diventa, pertanto, il nuovo fornitore dei Comuni di Francavilla e Castiglione.
Il resto (tra disservizi tecnici vari, utenti morosi e conseguenti problemi debitori nei confronti delle “authority” nazionali per l’energia) è storia recente. Ed è una storia che avrebbe tutti i numeri (tranne quelli… in euro) per ulteriormente proseguire almeno sino al 31 dicembre 2030, data questa di scadenza dell’autorizzazione a distribuire energia elettrica rilasciata dodici anni fa al Comune di Francavilla dal Ministero del Commercio sulla base del decreto legislativo n. 79 del 1999.
Ma similmente al proprietario di una “Ferrari” che non ha più i soldi per pagare il relativo bollo auto e mettere la benzina alla potente ed esclusivissima vettura, a causa della spietata crisi economica, che tutti – sia privati cittadini e sia enti pubblici – stiamo vivendo, anche il Comune di Francavilla di Sicilia si vede oggi costretto a disfarsi di quello che un tempo era un suo “fiore all’occhiello”, ossia un “privilegio-primato” che in tutta Italia solo pochissime municipalità (tra cui la città di Milano) potevano vantare.
Rodolfo Amodeo
FOTO: la “Centrale Alcantara” ed alcuni suoi macchinari interni in delle immagini d’epoca tratte dal sito Internet www.museolaluce.com di Nino Vadalà, studioso della storia dell‘elettricità