Il Piano di Riequilibrio (come da noi precedentemente riportato) si fonda, non solo sull’opportunità di spalmare in 10 anni i debiti ma, soprattutto, sull’accesso, da parte del Comune, alle misure del decreto legge 35/2013 “sblocca debiti” ovvero a quei fondi messi a disposizione dallo Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti che consentirebbero, se il Comune ne avesse accesso, attraverso l’accensione di un mutuo trentennale ad un tasso orientativamente del 3%, il pagamento di tutti i debiti certi, liquidi ed esigibili maturati al 31/12/2012.
Ora, vi chiederete, cosa ci azzecchi il Consiglio di stasera se l’atto, ovvero il Piano di Riequilibrio, è stato votato a fine gennaio? C’entra perché il MEF, ovvero il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in data 16 maggio 2014 ha, attraverso un comunicato stampa, ufficializzato che sono state definiti i criteri e le modalità di accesso da parte degli Enti locali interessati alle anticipazioni e che il fondo è stato rimpinguato per 1,8 miliardi di euro e, quindi, è possibile inserire nei debiti da finanziare anche quelle somme derivanti dai cosiddetti debiti fuori bilancio e che sono stati riconosciuti a danno dell’Ente da sentenze legali frutto di decreti ingiuntivi. Di che somme stiamo parlando? Di circa € 2.000.000,00…
Per inserire queste somme a questa formula di finanziamento è necessario che il Consiglio comunale approvi le sei proposte di delibera all’ordine del giorno (nella foto l’odg). Ma che natura hanno questi debiti? Avremo modo, certamente, di approfondire. Per ora si può solo aggiungere che la scadenza per la presentazione di questi ulteriori debiti è il 3 di giugno…