L’essenza segreta dell’Etna -
Catania
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L’essenza segreta dell’Etna

L’essenza segreta dell’Etna

A Catania, un museo unico al mondo di sculture in pietra lavica grazie all’arte dell’avv. Nino Valenziano Santangelo

Mentre col marmo, nel tempo, artisti famosi ci hanno lasciato meravigliosi capolavori che ogni anno attirano migliaia di visitatori, a Catania, nel corso del tempo, la nera pietra lavica è stata usata da maestri scalpellini per adornare splendidi palazzi barocchi, oltre che come pietra di costruzione. Adesso, uno scultore autodidatta riesce, con la stessa pietra lavica dell’Etna, a creare stupende opere d’arte che, da quasi trentanni, raccoglie in un museo tutto personale e per il quale fa anche da guida.

In un ampio salone a piano terra di via Santangelo Fulci 55/A-B-C-D, una lunga strada con basole proprio di pietra lavica, a qualche centinaio di metri da piazza Europa e corso Italia, con attiguo il laboratorio dove “inventa” le proprie opere, Nino Valenziano Santangelo rende possibile proprio a tutti la visita anche nei giorni festivi. La scintilla dell’arte colpì l’avvocato Santangelo un pomeriggio del lontano 1977, all’ombra della pineta di Linguaglossa, durante un campeggio estivo quando, per rompere l’ozio, con un semplice e spuntato cacciavite cominciò, da alcuni pezzi di pietra lavica, a ricavarne un posacenere a forma di cuore, quindi un oggetto per fumatori, un posapipe e, per completare, uno zoccolo.

L’Etna, da elemento di distruzione, come per le tante colate laviche che hanno ricoperto, nel tempo, anche ridenti contrade e paesi, od almeno di fastidio, con il susseguirsi di incessanti piogge di cenere che anneriscono completamente il paesaggio, da l’opportunità, nelle abili mani di Nino Santangelo, di far diventare la pietra lavica splendido oggetto d’arte da ammirare.

I temi su cui si cimenta il maestro Valenziano sono vasti: da quelli religiosi, con l’immagine del volto di Gesù come appare sulla Sacra Sindone del 1980, a quelli legati all’affascinante mondo verghiano, con la barca Provvidenza dei Malavavoglia e di Padron ‘Ntoni, la roba di Mastro Don Gesualdo, oppure la Giara del Pirandello. Interessanti pure i numerosi personaggi della mitologia e della storia antica: Giove, Giano bifronte, Vulcano, Polifemo, Ulisse Archimede, ecc.; gli animali con l’elefante, il cirrneco dell’Etna e tanti altri. Alcuni particolari dell’architettura della Sicilia: il liotru, u pagghiaru, la garitta di guardia militare spagnola; un angolo è dedicato all’altra metà del cielo, le donne: con la comare, la vecchia dama dell’ottocento, la Befana.

Non manca proprio nulla! Ma, per finire, c’è pure una sezione didattica con reperti lavici che ripropone alcuni esemplari, come le cosiddette bombe laviche ed altre pietre caratteristiche provenienti dall’Etna e, inoltre foto di sculture naturali scoperte in varie zone: a San Giovanni Li Cuti, in piazza Europa, ad Acitrezza, a Pozzillo e tra le numerose sciare dell’Etna. E tutto questo a conferma che la natura riesce a trasmettere messaggi e “contiene quasi un segreto che viene scoperto e svelato dal diligente e sensibile artista”, come commenta sempre il Valenziano Santangelo.

Domenico Pirracchio

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