Il giovane direttore d’orchestra originario di Francavilla di Sicilia è reduce dallo strepitoso successo dell’opera “La Traviata degli Specchi”, andata in scena nei giorni scorsi ad Udine. Tale sua recente prestazione è stata definita “superba ed emozionante” dalla stampa specializzata. Storia di una brillante carriera musicale che ha preso le mosse dall’umile, ma glorioso, corpo bandistico della cittadina dell’Alcantara
La comunità di Francavilla di Sicilia vanta una gloriosa tradizione musicale che, come solitamente avviene nei centri di provincia, ha trovato la sua principale espressione nel locale corpo bandistico “Vincenzo Bellini”, attraverso il quale intere generazioni di francavillesi si sono accostate all’arte delle sette note. E c’è anche chi, partendo da quell’umile “palestra”, ha fatto della musica la sua professione, arrivando addirittura a scalare le vette del successo e ad assurgere a notorietà internazionale: è il caso di Paolo J. Carbone, che in tanti, nella cittadina dell’Alcantara, ricordano come giovanissimo maestro della banda “Bellini” nonché insegnante dell’annessa scuola musicale durante gli Anni Novanta.
Oggi quell’ex “enfant prodige” è un affermato direttore d’orchestra avvezzo a calcare podi particolarmente prestigiosi ed ambiti, come quello del Teatro “Giovanni da Udine” di Udine dove, proprio qualche sera fa, è andato in scena sotto la sua direzione un memorabile allestimento della “Traviata degli Specchi”, ossia l’opera (ispirata al celebre melodramma verdiano) ideata dal geniale scenografo e regista ceco Josef Svoboda ed entrata a far parte della storia del teatro contemporaneo per le particolari suggestioni che riesce ad offrire allo spettatore attraverso l’impiego delle tecniche più avanzate di illuminazione e di effetti ottici vari. Per l’occasione, il teatro friulano ha registrato il tutto esaurito nonché un applauso finale protrattosi per ben dieci minuti.
Ma con riferimento a tale apprezzatissima performance del maestro Carbone, è eloquente quanto ha scritto all’indomani della messa in scena il giornale online “InformaTrieste.eu”: «Superba la direzione e concertazione di Paolo J. Carbone, che ha guidato l’orchestra in un continuo crescendo emozionale ed armonico portando l’esecuzione ad ottimi livelli espressivi, sottolineando con maestria ogni tonalità della partitura, evidenziandone sfumature e fraseggi, purezza di linea e di colori, ritmi ed improvvise accentuazioni drammatiche. Pur nel rigoroso rispetto dello spartito, Carbone ha trovato una chiave di lettura essenziale e di grande efficacia che ha reso più contemporaneo il messaggio verdiano e che la compagnia di canto ha recepito con grande forza interpretativa».
Per Paolo J. Carbone è questa la più recente gratificazione professionale, preceduta in questi anni da numerose altre non meno rilevanti.
Diplomatosi in Clarinetto al Conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina, il giovane musicista francavillese (ma nato a New York) ha proseguito i suoi studi al “Santa Cecilia” di Roma, dove ha conseguito con il massimo dei voti il diploma in Composizione, Musica Corale e Direzione di Coro, Strumentazione per Banda e Direzione d’Orchestra. E sempre nella Capitale si è pure laureato in Lettere Moderne.
Successivamente, seguito da maestri del calibro di Bruno Aprea, George Pehlivanian e Gianluigi Gelmetti, ha frequentato i corsi di alto perfezionamento in Direzione d’Orchestra all’Accademia Musicale “Jacopo Napoli” di Cava dei Tirreni (Salerno), in diverse prestigiose istituzioni musicali spagnole (come la “Fundación Eutherpe” e la “Joven Orquesta Nacional de España”) ed all’Accademia Chigiana di Siena, dove gli sono stati conferiti tre Diplomi di Merito e l’esclusivo Diploma d’Onore.
Dopo il debutto con l’Orchestra S. Cecilia di Roma, ha diretto in diverse città italiane (Firenze, Verona, Roma, Siena, ecc.) ed all’estero parecchie importanti formazioni quali l’Orchestra Sinfonica di Ihjevsk, la Filarmonica di Lugansk, l’Orchestra Sinfonica di Kiev, l’Orchestra Sinfonica Iuventas, l’Orchestra Sinfonica di Valencia, l’Orchestra della Toscana, l’Orchestra Regionale del Veneto, la Roma Tre Orchestra, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, la Festival Orchestra di Sofia, l’Orchestra Sinfonica di Bari, l’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste e la Filarmonica di Montecarlo.
In Sicilia ha impugnato più volte la bacchetta nell’ambito della kermesse regionale “Il Circuito del Mito”.
Sotto la sua direzione hanno suonato concertisti di fama internazionale come Steven Mead, Boris Belkin e Salvatore Accardo.
Assistente di Gianluigi Gelmetti (direttore d’orchestra e compositore di fama mondiale), il maestro Carbone ha acquisito una notevole esperienza nel repertorio operistico al Teatro dell’Opera di Roma, al Carlo Felice di Genova, al Teatro dei Rozzi di Siena, all’Opera di Montecarlo, al Konzerthaus di Berlino, al Regio di Parma, al Verdi di Trieste (che ha prodotto la prima citata “Traviata degli Specchi”), al Théâtre du Capitole di Tolosa, al S. Carlo di Napoli, all’Opera Nikikai di Tokyo, al Politeama di Palermo, all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi e con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Due anni fa il popolarissimo attore e regista Carlo Verdone lo ha voluto accanto come direttore musicale sul set della sua “Cenerentola” (trasmessa dalla Rai).
Vincitore del premio “Monte dei Paschi di Siena”, Paolo J. Carbone è stato proclamato nel 2012 “miglior giovane direttore d’orchestra”.
Malgrado la brillante carriera “da far montar la testa”, questo giovane virtuoso della bacchetta conserva ancora quei modi umili e gentili tanto apprezzati da tutti coloro i quali lo hanno frequentato negli anni dell’infanzia ed adolescenziali.
E nonostante l’intensa attività concertistica in giro per il mondo, non ha mai dimenticato la “sua” Francavilla dove fa, non appena gli è possibile, ritorno per riabbracciare i genitori, i fratelli, gli amici d’infanzia ed i tanti musicanti del locale corpo bandistico, i quali possono ben vantarsi di essere usciti dalla scuola di un simile talento che, purtroppo, non ha più avuto seguito dopo la partenza di Paolo J. Carbone per il suo straordinario “viaggio” alla conquista della Musa Euterpe.
Rodolfo Amodeo