La cucina non è fine a se stessa, ossia solo una delizia per il palato, ma ha tutto un “retrogusto” che sa di storia, cultura, ambienti naturalistici e ricordi personali: è questo l’intelligente assunto che sottende “‘U Panzaruccutu”, ossia la nuova pregevole fatica “gastronomico-letteraria” di Franco Pulvirenti, pregiato chef di Acireale nonché imprenditore della ristorazione.
Nelle circa duecento coloratissime ed illustratissime pagine che compongono il volume, edito per i tipi della “Akis”, l’autore è andato oltre la semplice compilazione di un ricettario, non limitandosi ad un’arida elencazione di ingredienti e metodi di cottura; Pulvirenti ci accompagna, infatti, tra le varie pietanze (una ottantina) accennando, con stile quasi letterario, ai suoi ricordi d’infanzia, a momenti della sua “quotidianità”, ai luoghi in cui è consigliabile andare a reperire gli ingredienti ed a quelli (sia ristoranti esclusivi che umili abitazioni di contadini e pescatori) in cui gli è capitato di conoscere tante delle specialità che in questa pubblicazione ci “racconta”. Per ogni ricetta, inoltre, il competente e raffinato gourmet Pulvirenti suggerisce il vino ideale con cui “innaffiarla”.
Da apprezzare, infine, la facilità di consultazione grazie all’adozione del sistema ad “agenda”, che consente, tramite la diversa colorazione delle pagine, di andare immediatamente alle sezioni che interessano sulla base di ciò che si desidera portare in tavola (primi piatti, secondi di carne, legumi, e secondi di pesce).
Il volume (la cui intitolazione non è altro che il corrispettivo in dialetto siculo del termine “buongustaio”) è stato tenuto a battesimo qualche pomeriggio addietro presso la sala conferenze dell’agenzia di Acireale della “Banca Agricola Popolare di Ragusa”. A fare gli onori di casa, oltre all’autore, anche il direttore della filiale bancaria ospitante, Gaetano Pulvirenti, e l’editore nonché presidente del Cine Foto Club “Galatea”, Turi Consoli.
I contenuti di “‘U Panzaruccutu” sono stati commentati da qualificati relatori, quasi tutti storici imprenditori agroalimentari etnei “di qualità”, come Giuseppe Benanti, “patron” dell’omonima e prestigiosa Cantina, Rosanna Romeo del Castello, produttrice nei vigneti di Randazzo del rinomato vino “Allegracore”, e Roberto Paternò di Castello, produttore del raffinatissimo olio extravergine d’oliva “Aragona”.
Ma oltre a questi prestigiosi “testimonial”, hanno preso la parola pure gli avvocati Anna Ruggieri ed Orazio Consolo (quest’ultimo anche sommelier dell’A.I.S. Sicilia), lo psicologo e psicoterapeuta Salvo Noè ed il sottoscritto in qualità di autore della nota introduttiva contenuta nel libro.
Tutti gli intervenuti hanno espresso parole di elogio per la “gustosa” iniziativa editoriale (la cui accattivante grafica è stata curata da Maurizio Pagano) ed, ovviamente, per l’arte culinaria di Franco Pulvirenti, in grado di esaltare al massimo gli inebrianti sapori ed aromi della Sicilia, ma anche gli ambienti tipici e le atmosfere uniche della nostra isola che, come ci dimostra l’autore in questa sua opera, hanno un ruolo determinante nella genesi del gusto dei vari piatti.
E sì! Perché la tavola di Sicilia rispecchia appieno la solarità e gli inconfondibili profumi di questa terra. E non si tratta di un’affermazione autoreferenziale, tanto per dover decantare a tutti i costi il luogo in cui viviamo, bensì di una conseguenza logica ed inconfutabile della ricchezza di una natura che “nutre” ciò che produce (ortaggi, frutta, vino, ecc.) con le sostanze che si ritrova grazie, soprattutto, alla presenza dei terreni vulcanici etnei, a delle condizioni climatiche ideali per la coltivazione nonché per l’attecchimento spontaneo di numerose specie arboree e vegetali ed, infine, alla “generosità” del Mar Mediterraneo, “culla” (soprattutto nel versante jonico) di un’infinita varietà di specie ittiche.
Se a tutto ciò si aggiungono le “ricette” ereditate dalle varie dominazioni straniere che hanno governato l’isola nel corso dei secoli, bisogna obiettivamente ammettere che la gastronomia siciliana è sicuramente una delle più ricche e gustose del mondo.
Di questo ed altro ancora ci si rende conto sfogliando le pagine di “‘U Panzaruccutu”, in cui lo stimato e colto chef Pulvirenti rivela il meglio di quanto si possa preparare per soddisfare il palato di noi autoctoni nonché dei sempre graditi ospiti che ci vengono a trovare, ed ai quali la beltà della Sicilia non va mostrata e raccontata solo attraverso i paesaggi ed i beni culturali, ma anche tramite le “emozioni” che riescono a procurare le sue pietanze tipiche.
Alla luce dei pregi che lo contraddistinguono, di questo libro ognuno di noi dovrebbe possederne… due copie: una da tenere vicino ai fornelli e l’altra da custodire gelosamente nella propria libreria accanto ai migliori testi di storia e cultura della Sicilia.
Rodolfo Amodeo