Randazzo, dopo la clamorosa condanna per violenza sessuale a carico di don Enzo Calà, parroco della chiesa madre e del santuario del Carmine, cresce il sostegno e l’affetto dei fedeli attorno alla sua figura
Cresce, giorno dopo giorno, il sostegno e l’affetto dei fedeli di Randazzo nei confronti di don Enzo Calà, al di là di ogni ragionevole dubbio condannato per presunte avances omosessuali a quattro anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e in perpetuo da qualsiasi ufficio o servizio attinente o frequentato prevalentemente da minori (leggi l’articolo Randazzo, sacerdote condannato. Le reazioni della Curia e della comunità randazzese).
Martedì pomeriggio (8 luglio) i giovani delle parrocchie già guidate da don Enzo (Santa Maria e Carmine) hanno organizzato un momento di preghiera in suo sostegno. Alla manifestazione religiosa, svoltasi nel santuario e nel sagrato del Carmine, erano presenti circa trecento persone e diversi sacerdoti venuti anche da fuori città. Dopo la santa messa, concelebrata da don Pier Giorgio Rasano e don Maurizio Guarrera – attualmente entrambi incaricati dal vescovo di Acireale mons. Antonino Raspanti (leggi il suo commento alla vicenda Il parroco e gli abusi sessuali, la posizione del Vescovo) di supplire il dimissionario don Enzo – i fedeli hanno pregato per il sacerdote, stimato pastore che ha lavorato soprattutto per la formazione dei giovani e che in questo momento sta vivendo una dura prova.
Preghiera, canto, immagini, emozioni e applausi hanno contrassegnato la manifestazione esterna. I giovani cresciuti sotto la guida spirituale di don Enzo hanno realizzato due cartelloni. Uno recava la scritta “I tuoi ragazzi non ti abbandoneranno mai”, l’altro “Padre Enzo siamo tutti con lei”. Prima della conclusione, gli organizzatori hanno invitato i presenti e l’intera cittadinanza ad associarsi alla fiaccolata, prevista per sabato 12 luglio, che partirà alle ore 20 dal santuario del Carmine. Intanto don Enzo, per sottrarsi alla pressione mediatica, momentaneamente ha lasciato la città ma ha fatto sapere che vi ritornerà presto.
Sul piano della cronaca giudiziaria, la dura condanna inflitta dal tribunale di Catania al sacerdote è diventato il principale argomento dibattuto in ogni angolo della cittadina medievale. La vicenda che ha travolto don Enzo Calà ha generato un clamore senza precedenti in città e la gente mormora e bisbiglia. La vittima, ritenuta tale nel primo grado di giudizio, è uscita allo scoperto rilasciando un’intervista e pertanto si iniziano a delineare alcuni contorni della triste vicenda. Tenuto conto che il prelato si proclama “fermamente innocente e ingiustamente accusato”, la gente da un lato critica la severità della pena inflittagli, che paragona il sacerdote ai “pedofili seriali”, dall’altro lato si interroga. Da quanto finora trapelato, la persona che accusa il sacerdote sarebbe figlio di una coppia che in passato ebbe incarichi nella pastorale parrocchiale della basilica di Santa Maria. Inoltre, all’epoca dei fatti contestati, il ragazzo con il consenso dei genitori frequentava assiduamente tanto il sacerdote quanto la sua abitazione. Taluni sostengono che la denuncia per violenza sessuale sia un’invenzione e una ritorsione nei confronti del parroco generata, si dice, dalla gelosia per il ridimensionamento del loro ruolo nella parrocchia.
Nel marasma delle indiscrezioni, c’è pure chi si innalza a “principe del foro” sostenendo che la scelta del rito abbreviato sia stata rovinosa per la difesa dell’imputato che non ha avuto modo né possibilità di addurre prove o testimonianze a suo vantaggio. Comunque sia, dal punto di vista giudiziario, la vicenda sembra che sia destinata a seguire tutti i gradi di giudizio previsti dall’ordinamento. “Alla fine emergerà la verità – affermano i numerosissimi fedeli sostenitori di don Enzo – la sentenza di primo grado sarà ribaltata, cosicché la giustizia trionferà e il nostro parroco tornerà tra noi”.
Gaetano Scarpignato