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Randazzo, tante candele accese per il parroco condannato

Randazzo, tante candele accese per il parroco condannato

Cresce la solidarietà verso don Enzo Calà condannato in primo grado per violenza sessuale. Una fiaccolata in suo sostegno ha richiamato in piazza oltre mille fedeli, ma c’è chi critica le manifestazioni e chiede sostegno anche per la presunta vittima

A Randazzo non si parla d’altro. Il caso giudiziario che ha travolto don Enzo Calà continua ad animare il dibattito cittadino prevalendo su ogni altro argomento. La sentenza di condanna, pronunciata dal tribunale di Catania il primo luglio scorso, ha generato un’accesa discussione e al momento pare dominare il partito di coloro che sostengono il sacerdote. Tuttavia, in città e soprattutto sulla rete c’è anche chi dà risalto alla decadenza morale della Chiesa e dei suoi ministri, facendo notare l’elevata gravità dei reati contestati al sacerdote e – pur rispettando i sentimenti di umana solidarietà verso il condannato – afferma che in atto ci troviamo di fronte a una verità giudiziaria, cioè una sentenza di primo grado che condanna don Enzo a quattro anni di carcere, all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e in perpetuo da qualsiasi ufficio o servizio attinente o frequentato prevalentemente da minori, nonché a un risarcimento pecuniario a favore della parte lesa.

Chi si schiera a favore di don Enzo la pensa diversamente. “Sgradite o gradite che siano – affermano –  le sentenze vanno rispettate. Ma in uno stato di diritto, il cittadino può stigmatizzare il verdetto del giudice e nutrire dubbi e perplessità rispetto all’intera vicenda processuale che, comunque, si concluderà quando la sentenza sarà passata in giudicato”.

Fiaccolata_DonEnzo4_WebAncora una volta, a difendere dalle accuse don Enzo Calà sono i giovani di diverse generazioni delle sue ex parrocchie, strenui sostenitori dell’innocenza del presbitero. Anche la comunità di Randazzo ha scelto di testimoniare la sua solidarietà a don Enzo partecipando a una fiaccolata di preghiera svoltasi ieri (sabato 12 luglio) cui hanno partecipato oltre mille persone, tra fedeli, sacerdoti, suore, religiosi e anche esponenti politici locali che vi hanno partecipato a titolo strettamente personale.

Il corteo, organizzato dai gruppi giovanili, si è concentrato sul sagrato del santuario del Carmine. Da qui è partito intorno alle venti snodandosi lungo via Santuario e via Umberto per concludersi nella basilica di Santa Maria.

Preghiere, applausi ed emozione hanno contrassegnato la manifestazione. Per testimoniare la loro solidarietà e vicinanza a don Enzo, i giovani hanno realizzato diversi cartelloni che hanno fatto sfilare durante la marcia pacifica. In chiesa, poi, è stato letto un messaggio da parte degli stessi giovani. “In nome di tutti i giovani della comunità parrocchiale, cresciuti tra queste mura insieme a padre Enzo – dice il messaggio – respingiamo con forza qualsiasi accusa nei suoi confronti e ribadiamo la necessità di scavare ancora sulla vicenda per far luce sui dubbi e le contraddizioni emerse dai discorsi degli stessi accusatori. Possiamo gridare a gran voce – continuano i giovani nel loro messaggio – che padre Enzo non ha mai avuto, nemmeno lontanamente, atteggiamenti ambigui nei nostri confronti. Al contrario, ha sempre avuto un occhio di riguardo, ci ha sempre circondati di attenzioni e di protezione con sentimenti autentici e sinceri. A chi pensa che il nostro sostegno nei confronti di padre Enzo sia a priori e scevro da qualsiasi motivazione valida e condivisibile – conclude il messaggio – rispondiamo: se siamo qui un motivo ci sarà! Padre Enzo noi siamo con te!”.

Don Pier Giorgio Rasano, incaricato dal vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, di sostituire momentaneamente il parroco dimissionario, durante la sua pacata riflessione ha messo in evidenza la testimonianza e l’impegno pastorale profusi da don Enzo nelle parrocchie.

L’anziano sacerdote difendendo l’innocenza del confratello, ha esortato i sostenitori di don Enzo a non alimentare l’esasperazione degli animi e a non reagire, né alla provocazione, né alla calunnia. Il riferimento era rivolto anche a un foglio anonimo circolato in città che riferisce alcune circostanze depositate negli atti processuali. Pertanto – ha sostenuto don Pier Giorgio – prevalgano, il perdono, l’amore e l’amicizia e che lo Spirito Santo dia luce all’interessato affinché ritratti le accuse contro don Enzo”.

Gaetano Scarpignato

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