Anche il Tribunale Amministrativo Regionale di Catania ha decretato lo scioglimento del Consiglio Comunale di Francavilla di Sicilia, decaduto per non aver approvato entro i termini di legge il Bilancio 2013.
All’organo di giustizia amministrativa si erano rivolti un paio di mesi fa sette consiglieri (Filippo Grifò, Andrea Lo Presti, Mohamed Mafhoum, Salvatore Nuciforo, Maria Puglisi, Nino Raspa e Paolo Spatola) eccependo che il preliminare provvedimento di sospensione dell’organo, emanato dalla Regione Siciliana, sarebbe stato palesemente viziato, soprattutto perché non indicante la durata del periodo di sospensione.
Ma il Tar etneo ha rigettato avantieri tale ricorso dando, nella relativa sentenza, in qualche modo ragione ai ricorrenti, reputando tuttavia implicitamente sanati i vizi dell’atto propedeutico, visto che il successivo e conclusivo provvedimento di scioglimento del civico consesso francavillese è intervenuto in tempi ragionevoli (ossia il 4 giugno scorso).
Pertanto, a meno di improbabili appelli ai superiori organi di giustizia amministrativa, i quindici rappresentanti dei cittadini di Francavilla di Sicilia, eletti due anni fa, devono definitivamente rassegnarsi ad abbandonare l’agone politico (anche se, come hanno dimostrato nei giorni scorsi i locali esponenti del Partito Democratico raccogliendo firme in piazza sullo stato di degrado in cui versa il cento abitato francavillese, pure da semplici cittadini, senza essere consiglieri comunali, si può continuare a “fare politica”).
Raccogliamo, intanto, la dichiarazione al riguardo di Andrea Lo Presti, consigliere comunale anche lui firmatario del ricorso al Tar contro lo scioglimento del civico consesso di Francavilla, nonché avvocato del relativo procedimento insieme al collega di studio Francesco Silluzio.
«Al di là del pronunciamento finale del Tar – dichiara Lo Presti – è stato per me un onore difendere il nostro Consiglio Comunale insieme al collega Silluzio. Ci abbiamo “coraggiosamente” provato, contrapponendoci ad un “gigante” quale è il Governo della Regione Siciliana, ma nell’interesse di tutti quei concittadini che, due anni fa, siamo stati chiamati a rappresentare. Ci spiace che il sindaco Lino Monea sia stato “infastidito” da questa nostra più che legittima e doverosa iniziativa, al punto da aver nominato, per contrapporsi ad essa, un eminente legale (il prof. Aldo Tigano, ndr), il quale costerà alle casse comunali quattromila e duecento euro. A questo punto ci chiediamo come mai il nostro primo cittadino ha ingaggiato, con i soldi pubblici, un avvocato affinché contrastasse il nostro ricorso, che semmai sarebbe dovuto risultare “sgradito” al Governo regionale: forse aveva “paura” di un eventuale reinsediamento del nostro Consiglio Comunale?…».
Sta di fatto che da questo momento in poi, e per i successivi tre anni (ossia sino alla scadenza ufficiale di questa sindacatura), il Comune di Francavilla di Sicilia verrà esclusivamente amministrato dal sindaco Lino Monea e dai suoi assessori, che non dovranno più fare i conti con i voti e le “scelte democratiche” dell’ormai decaduto organo consiliare.
Rodolfo Amodeo