Nei pressi della piazza S. Camillo un muro pericolante racconta una storia di “quotidiana” indifferenza. Fino a quando?
Nel raccontare questa vicenda, stavolta, vogliamo partire dalla fine. Una fine rappresentata dal passaggio al “finalmente qualcosa si muove”, accompagnato da una seppur minima soddisfazione, al successivo “che vergogna”, condito con una buona dose di pessimismo. Protagonista della storia è il muro che, salendo sul marciapiede destra da piazza S. Camillo, sulla via Don Sturzo, si trova di fronte al civico 130. Un muro sovrastato da un albero maestoso che, nella sua bellezza, rappresenta un pericolo per i passanti.
Il muro presenta un rigonfiamento a mezz’altezza, nel punto in cui si notano i segni di una giuntura successiva alla costruzione stessa del muro. Qualcuno dei residenti della zona ricorda che in quel punto c’era un’apertura, successivamente murata. Oltre alla “pancia”, in cima il muro ha cominciato a cedere, facendo cadere giù qualche pietra. Segnalazioni e proteste dei residenti non hanno trovato accoglienza. La risposta è stata, nella maggior parte dei casi, che “tocca al proprietario del terreno delimitato dal muro intervenire”. Peccato che, a quanto risulta, il proprietario non sia un frequentatore abituale del suo terreno. I rami dell’albero continuano a sporgere, minacciando di spezzarsi, aggiungendo così un ulteriore fattore di rischio.
Un rischio che è concreto, considerando la vicinanza di piazza s. Camillo, frequentata sia da bambini (tra Grest estivo e centro parrocchiale, facile capire quante persone passano sotto il muro pericolante) che da tante persone adulte.
Finalmente, alcuni giorni addietro, sembrava che qualcosa si sia smossa. Una striscia di fettuccia rossa e bianca delimitava la parte di muro pericolante. Certo, sembrava più frutto di una iniziativa di buona volontà piuttosto che un intervento risolutivo (la striscia, infatti, non impediva il passaggio pedonale, delimitando l’area di rischio. Si limitava a passare, attaccata al muro stesso, da un capo all’altro della zona a rischio). Sempre meglio di niente, è stato il comune sentire. Peccato che il “niente” sia durato solo alcuni giorni. Poi, la striscia è stata strappata, il muro è tornato “libero” da segnalazioni di pericolo, i passanti, inconsapevoli, continuano a percorrere il marciapiede di via Don Sturzo. Fino a quando? È così difficile interdire al passaggio pedonale il tratto di marciapiede adiacente al muro in bilico? Domande ancora oggi senza risposta. Fino a quando?
Corrado Petralia