Ci sono degli articoli che, per amor proprio e della propria terra, nessuno vorrebbe mai scrivere soprattutto quando si ha, come in questo caso, il fondato sospetto che le denunce riportate possano cadere nel vuoto, inascoltate da chi dovrebbe, invece, provvedere con solerzia. In questi mesi di “pazza” estate siamo stati sommersi da numerose mail di lettori che ci hanno segnalato lo stato vergognoso delle acque del nostro litorale, da Giardini Naxos a Riposto passando per Calatabiano e Fiumefreddo di Sicilia, per continuare sino ad Acicastello. Proteste infuocate corredate da foto e video a testimonianza delle pesanti accuse cui ancora oggi, molto spesso, chi di dovere, piuttosto che affrontare il problema alla radice preferisce temporeggiare mettendo la testa sotto la sabbia ed aspettando pazientemente che la stagione balneare finisca e che tutto cada nel dimenticatoio fino al riproporsi il prossimo anno.
Non è che da queste parti il mare abbia mai particolarmente brillato ma mai, negli anni scorsi, ci si era presentata una situazione come quella riscontrata quest’anno. Anzi, sino a qualche anno fa, ad esempio, il Comune di Fiumefreddo di Sicilia ha potuto fregiarsi anche della prestigiosa “bandiera blu” che dal 2012 ha dovuto, purtroppo, ammainare.
In questi mesi estivi, chi è assiduo frequentatore delle nostre spiagge, non ha potuto non notare, e già dalla fine della scorsa stagione balneare, quasi quotidianamente, la presenza di strisce di “materiale” vario e caratterizzate da colori “tipici” che attraversano, anche più volte al giorno, il nostro litorale rendendolo simile ad una fogna.
Non si può non riscontrare, soprattutto interpellando i medici di base, come siano aumentati vertiginosamente alcuni tipi di infezioni (come ad esempio le congiuntiviti o quelle di natura ginecologica) le cui cause sono da ricercare probabilmente proprio nelle vergognose condizioni del nostro mare. Una infinita ridda di voci e ipotesi si susseguono sulle cause scatenanti quest’indecenza di proporzioni così vaste: da un ipotetico malfunzionamento di qualche depuratore (e non ci riferiamo specificatamente a quello di Mascali) sino alla presenza costante di scarichi abusivi a mare di numerosi complessi edilizi.
Ecco, a noi non interessa trovare la causa, non siamo deputati a farlo ma una considerazione a voce alta è d’obbligo. Nel Paese, l’Italia, tra i più normati al mondo, anche il “reato ambientale” è stato ed è attenzionato da diversi anni ed è punito con sanzioni sia amministrative che penali (al momento al Parlamento è al varo un ulteriore provvedimento che introduce specifici delitti a salvaguardia dell’ambiente. Il testo è stato approvato in prima lettura il 26 febbraio 2014 dall’Assembea della Camera dei deputati ed ora è all’esame del Senato) e, quindi, ci chiediamo come possano verificarsi, impunemente, situazioni come quelle che i cittadini ed i turisti che frequentano la zona devono subire e che chiaramente hanno tutti i connotati di un crimine. E sì, proprio un crimine che deve essere severamente punito. È impensabile oltreché immorale che si punisca, giustamente, chi si attenda sulle spiagge e non chi rende il mare simile ad una cloaca. E ancor più scandaloso è che si finga di controllare dove magari non c’è nulla o quasi da controllare e si evitino le situazioni scabrose (che bella invenzione i controlli a campione).
Stanti così le cose un appello non possiamo non farlo e lo rivolgiamo, accorato, alla Procura della Repubblica di Catania e di Messina ed a tutte le autorità militari del territorio (Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, Carabinieri, Polizia di Stato): stanno assassinando il nostro mare, la nostra risorsa, il corpo del reato è sotto gli occhi di tutti… Per piacere, trovate l’arma del delitto, troverete l’assassino. Agite, aprite un’inchiesta, un’indagine, qualunque cosa ma fate presto prima che il nostro mare muoia e con esso l’economia che vi ruota attorno. Non si deve e non si può più tollerare questa sconcertante situazione!