Mario Bolognari di dimette da presidente del Distretto turistico Taormina-Etna -
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Mario Bolognari di dimette da presidente del Distretto turistico Taormina-Etna

Mario Bolognari di dimette da presidente del Distretto turistico Taormina-Etna

Mario Bolognari si dimette da presidente del Distretto turistico Taormina-Etna. La mancata erogazione del contributo regionale per un cavillo burocratico è la causa principale di questa scelta. Il progetto coinvolge ben 58 Comuni e prevede di confermare il Distretto Taormina Etna come polo di eccellenza del turismo di qualità nel Mediterraneo, di privilegiare la crescita qualitativa sulla costa e nell’entroterra, di ampliare il sistema turistico-ricettivo di qualità e il sistema dei servizi complementari al turista, di migliorare qualitativamente i servizi complementari e privilegiare la specializzazione del territorio per segmento di mercato cercando di raggiungere l’eccellenza in ogni linea di prodotto, di valorizzare e rendere fruibile il patrimonio ambientale, naturale, culturale, legandolo alla costa e proponendo prodotti turistici dedicati e in ultimo, di allungare la stagionalità turistica, creando nuovi prodotti per nuovi segmenti di mercato, e creando nuove opportunità imprenditoriali.

Questi gli obbiettivi principali del 2007, ma cosa è stato fatto? Sviluppo Taormina-Etna, la società mista (pubblico e privato) che gestisce il Distretto,  ha realizzato nel 2007 ben quattro patti territoriali, per un investimento di oltre 150 milioni di euro, del quale il 59% a carico degli enti pubblici mentre la restante parte a spese dei privati.

Investimento che negli anni ha purtroppo prodotto ben poco. Analizzando per esempio il portale del Distretto che rappresenta il luogo virtuale di rappresentanza dell’azienda, troviamo ben poca capacità attrattiva con descrizioni e news poco originali, un sistema di prenotazione singhiozzante e una qualità delle immagini relativamente scadente. Oggi sappiamo che il 70% dei turisti organizzano i loro viaggi utilizzando come primo strumento internet: la qualità della presentazione e la fruibilità dei portali è la chiave che apre la porta per garantire i flussi turistici. Volendo fare una metafora, qui la chiave è arrugginita, la porta scardinata ma al di là il panorama è splendido.

Sono state valorizzate le risorse locali, potenziando le reti viarie e le infrastrutture di accoglienza al fine di sviluppare tutti i settori produttivi dell’area. Sono stati creati nuovi posti letto a servizio del turismo, diversi stabilimenti balneari, varie opere infrastutturali, nonché si è favorita la nascita di aziende agricole, agroalimentari, vinicole e turistico-ricettive ma, a questo punto, viene naturale chiedersi se dietro il mancato riconoscimento da parte della Regione del contributo, ci sia una volontà di bacchettare una gestione un po’ a maglie larghe dei contributi senza un vero controllo sui risultati raggiunti.

Qui il testo integrale delle dimissioni.

Com’è noto, la Regione Siciliana, Assessorato al Turismo, ha escluso dal finanziamento il Distretto Turistico Taormina Etna, unico in Sicilia ad operare sul territorio con diverse funzioni e finalità dal 2002, facendo affluire investimenti per circa 140 milioni di euro a beneficio delle aziende private del settore turistico, agricolo e agroalimentare. Il motivo dell’esclusione non riguarda il progetto presentato o altre imperfezioni concettuali. Il motivo è burocratico: abbiamo individuato come soggetto attuatore una società mista pubblico-privato in liquidazione (attenzione: non sciolta o estinta, ma in liquidazione), che, secondo la Regione, non avrebbe i requisiti. Cavillo derivante da un’interpretazione tutta da discutere e che discuteremo dinanzi al Tar al quale presenteremo ricorso. Sono sicuro che otterremo giustizia, visto che esiste una lunga e consolidata casistica in cui la stessa società è soggetto attuatore per conto della stessa Regione Siciliana, che si smentisce da sola. La vicenda amministrativa seguirà il suo corso. Purtroppo, però, c’è un aspetto politico in questa vicenda. Infatti, non si comprende come mai la Regione non ci abbia chiesto di modificare il soggetto attuatore, cosa possibile e che non avrebbe leso i diritti di nessuno, considerato che eravamo – e restiamo – assegnatari di una somma a noi riservata. C’è dietro una scelta ben precisa. Non posso parlare a nome degli altri distretti esclusi, ma mi pare evidente che le scelte siano molto discutibili. Così come sono discutibili le condizioni vessatorie poste nei confronti dei distretti finanziati, che avranno qualche difficoltà a spendere e rendicontare entro il 2015 tutte le somme loro assegnate. Rassegno le mie irrevocabili dimissioni da presidente del Distretto, nonostante la certezza che il Tar ci darà ragione. Mi dimetto perché amo la mia terra e non intendo avere più a che fare con questa inefficiente Regione Siciliana, in mano a politici di infimo ordine, incapaci di controllare una burocrazia non trasparente. Per anni, nel rispetto del ruolo istituzionale assegnatomi, non ho mai polemizzato, dovendo rappresentare aziende private (che noi abbiamo veramente) ed enti pubblici che non esprimevano una posizione politica omogenea,. Ma ora basta. È giunto il momento di dire con chiarezza che il modo di gestire i fondi strutturali 2007-2013 è fallimentare per dolo del ceto politico siciliano, e in particolare degli ultimi due governi, e per colpa di una burocrazia inerte e ignorante. Nella programmazione dei fondi strutturali sono disponibili 21 milioni di euro, fermi perché dal primo bando dei distretti turistici sono trascorsi quattro anni e la legge istitutiva è addirittura del 2005. Sono soldi che avrebbero potuto andare incontro alla disoccupazione e alla crisi. Se questi sono i tempi della Regione Siciliana, non c’è da sperare che la sua abolizione. Personalmente non intendo più avere contatti con questo mondo paludoso. So che non importerà a nessuno, ma almeno potrò iniziare una mia battaglia per denunciare i soprusi e tutto ciò che sta spolpando la Regione o ciò che di essa rimane. Mi auguro che il Partito Democratico siciliano e il Governo Renzi decidano, una volta per tutte, che in questa Regione non è più tollerabile che tutto resti impigliato nella retorica di uomini e gruppi di potere, che vanno messi per sempre da parte, impedendo loro di continuare a nuocere, liberando le tante persone oneste che vivono e operano in questa meravigliosa terra”

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