In occasione dei solenni festeggiamenti in onore del Santo Protettore Euplio, svoltisi domenica scorsa 31 agosto, l’Amministrazione Comunale di Francavilla di Sicilia ha pensato di fare le cose “in grande”, disponendo la pulizia straordinaria del paese a partire dalle cinque del mattino e la chiusura al transito, sino alle ore 21.00, dell’intero circuito cittadino attraversato dalla processione serale.
Nelle giornate precedenti, dunque, il sindaco Lino Monea ed i funzionari comunali si sono prodigati per far collocare, sui pali della luce delle principali arterie del centro storico, diciotto segnali plastificati di divieto di sosta con annessa la relativa ordinanza cartacea (in foto uno di essi ) affinché i residenti in loco potessero provvedere per tempo, prima delle operazioni di pulitura e della processione, a spostare le rispettive autovetture dai quartieri interessati.
Ma tale provvedimento ha sollevato non pochi malumori, non essendo tutti i cittadini francavillesi avvezzi a volgere lo sguardo verso i pali della pubblica illuminazione.
E, come se non bastasse, i diciotto segnali di divieto di sosta, zelantemente affissi dagli agenti della Polizia Municipale, si sono presto ridotti a dodici in quanto sei di essi sono stati furtivamente asportati, privando dell’importante comunicazione numerosi cittadini.
Ma chi è che può aver avuto interesse ad impossessarsi di tale tipo di segnaletica?
Vero è che un cartello di “divieto di sosta” può rivelarsi utile perché facilmente piazzabile sulla porta di casa o sulla saracinesca del garage per scoraggiare gli automobilisti dal posteggiarsi dinnanzi (il cosiddetto “Passo Carrabile”, che comunque deve essere ufficialmente autorizzato dalle pubbliche autorità); ma è anche vero che questo semplice segnale stradale può essere acquistato ad appena un paio di euro, senza esporsi ai rischi penali conseguenti al reato di furto.
A Francavilla di Sicilia, insomma, qualsiasi cosa – anche la più “misera” – sta andando… a ruba, persino nei giorni (come quelli dedicati al patrono S. Euplio) in cui si dovrebbe essere più “religiosi”.
Rodolfo Amodeo