Si apprende spesso di persone andate da tempo all’altro mondo, ma i cui familiari non ne denunciano il decesso onde poter continuare a riscuotere le relative indennità pensionistiche (anche a costo di nascondere i relativi cadaveri in un qualsivoglia anfratto della propria abitazione o, addirittura, nel… frigorifero).
Si profila, in tali casi, una truffa all’Inps che, una volta smascherata, obbliga l’artefice del reato in questione a restituire all’ente previdenziale quanto indebitamente percepito durante il periodo della “non denunciata” morte del congiunto.
Ma può anche capitare che sia lo stesso istituto pensionistico a… truffarsi da solo.
A Francavilla di Sicilia, infatti, la figlia di un signore deceduto nello scorso febbraio continua da sette mesi a percepire regolarmente la pensione del defunto padre, malgrado sia lei che i funzionari municipali della cittadina dell’Alcantara abbiano tempestivamente comunicato ai competenti uffici periferici, aventi sede nel Comune messinese di Santa Teresa di Riva, la dipartita del pensionato.
«Da marzo ad oggi – dichiara la figlia dell’estinto – l’Inps ha indebitamente accreditato al mio compianto papà sette mensilità su di un conto corrente a lui intestato e che, stante tale situazione, non sono nelle condizioni giuridiche di poter estinguere. Ovviamente, pur essendo la legittima erede di mio padre, da persona onesta quale mi reputo di essere, questi soldi non mi sono minimamente azzardata a “toccarli”. Ma qualora l’inspiegabile “silenzio” degli uffici Inps dovesse continuare, sto seriamente accarezzando l’idea di destinarli a delle iniziative di beneficenza, di cui oggi c’è tanto bisogno. Mi chiedo poi chi avrà il coraggio di venirmi a chiedere la restituzione di tali somme… Ma i pubblici impiegati addetti a questo tipo di pratiche non si rendono conto che questo loro comportamento omissivo manda in fumo del denaro che, con i tempi che corrono, potrebbe essere impiegato per garantire il pagamento di un’altra pensione o, comunque, per altri interventi di interesse sociale?!…».
Al cospetto di una vicenda del genere vien da pensare che sono ancora tanti, e persino paradossali, gli sprechi nella spesa pubblica italiana, di cui da più parti, dati i tempi di profonda crisi economica, si invoca l’eliminazione.
E nel caso di specie siamo di fronte ad un ente che sbandiera da tempo lo “spauracchio” di non poter più far fronte ai propri compiti istituzionali, mentre alla fine si scopre che può permettersi il lusso di pagare le pensioni anche… ai morti.
Rodolfo Amodeo