Un curriculum criminale di tutto rispetto viene addebitato ai 10 uomini legati al clan mafioso dei “Ragaglia”, operante a Randazzo e zone limitrofe e legato alla famiglia catanese dei “Laudani” e che pare avessero un controllo totale delle attività illecite sulla piazza. Otto di loro sono stati rintracciati ed eseguite le misure cautelari (cinque in carcere e tre agli arresti domiciliari) mentre altri 2 uomini sono attualmente irreperibili. L’operazione odierna denominata “Trinacium” non è la prima importante operazione degli ultimi mesi che ha visto quello che veniva definito “un paese tranquillo” divenire epicentro di un sistema criminale (leggi l’articolo Randazzo operazione dei carabinieri: 16 arresti) che non tralascia nessuna attività illecita e che anzi si mostra decisa ad utilizzare tutti i mezzi a disposizione, anche i più violenti, per affermare il proprio ruolo di comando.
Non pochi gli episodi di violenza contestati sopratutto legati all’attività estorsiva e usuraria del clan. In un caso, addirittura, la vittima, in questo caso di usura, un imprenditore, veniva sequestrata, obbligata a salire in auto e, una volta condotta in un casolare, legata, picchiata e minacciata di morte con una pistola. Il tutto sotto la attenta regia del “direttore” ovvero di Claudio Ragaglia (nella foto a sinistra) che, supportato dai fratelli Antonino Salvatore e Michele, si è rivelato particolarmente accorto nell’evitare i controlli delle forze dell’ordine.