I finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno scoperto un vero e proprio traffico di merce rubata tra Messina e Catania, pervenendo al sequestro di 8.000 paia di scarpe di un noto marchio di calzature.
In particolare, durante un servizio finalizzato al contrasto della contraffazione presso la “Fiera dello Jonio” di Acireale, i militari hanno individuato, tra i vari stand espositivi, uno dedito alla vendita di calzature. L’attenzione delle Fiamme Gialle è stata, infatti, catturata dal nutrito gruppo di persone che affollava il banco attirato da un prodotto di un noto marchio, venduto ad un prezzo estremamente vantaggioso rispetto a quello di mercato.
Sono scattati così gli approfondimenti dei militari della Tenenza di Acireale che hanno scoperto che quelle calzature, peraltro della collezione 2015 e non ancora lanciate sul mercato, erano state oggetto di furto: un intero carico, spedito dal produttore e destinato in Sicilia, infatti, è risultato trafugato circa un mese prima.
Sequestrata la merce nella disponibilità degli improvvidi venditori, si è immediatamente cercato di ricostruire la filiera del traffico illecito. Una volta individuati i fornitori, è scattata un vera e propria operazione che ha portato all’esecuzione contestuale di perquisizioni sia in provincia di Catania che nel messinese, al fine di recuperare il resto della refurtiva. Così accedendo nei magazzini, le Fiamme Gialle hanno trovato centinaia e centinaia di confezioni della merce rubata, tutta già pronta per essere immessa sul mercato. Le calzature erano tutte perfettamente imballate, cosi come uscite dalla fabbrica, ma all’esame attento dei militari non è sfuggito un particolare: le etichette apposte sugli scatoloni erano state private della parte recante il nome del destinatario originario, proprio per cercare di occultarne la provenienza furtiva. All’esito degli opportuni riscontri, i finanzieri del Comando acese, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di Messina, hanno, quindi, posto sotto sequestro le 8.000 paia di calzature, per un valore della merce sul mercato finale di circa € 150.000.
Ben 5 le persone coinvolte nell’organizzazione: per loro è scattata la denuncia a piede libero e dovranno rispondere dell’accusa di ricettazione.