Ancora polemiche sterili in Consiglio comunale. Dopo quanto accaduto qualche giorno fa sulla votazione delle aliquote della Tasi (leggi l’articolo Riposto, la notte dei lunghi coltelli) che sono fissate ormai all’uno per mille e che hanno determinato, al momento uno squilibrio nelle casse dell’ente, anche sulle aliquote Imu l’amministrazione prende atto dell’atteggiamento ostruzionistico (leggasi irresponsabile citando le affermazioni di Caragliano).
In realtà la maggioranza, almeno ufficialmente, credeva che attraverso l’aumento di alcune aliquote Imu (sui terreni edificabili, ad esempio, era prevista l’aliquota massima del 10,6) avrebbe potuto riequilibrare il bilancio ma, nonostante potesse contare anche su un voto “trasversale”, si è fatta incastrare nuovamente dalla minoranza che, facendo cadere il numero legale per ben 2 volte, ha fatto sì che nulla venisse deliberato entro la scadenza prevista per legge ovvero il 30 settembre. Non avendo il Consiglio deliberato alcunché le aliquote Imu a Riposto rimarranno quelle dell’anno precedente (guarda le aliquote Imu 2013) e per l’amministrazione Caragliano le grane non finiscono più. Infatti la stessa dovrà, per scongiurare il dissesto del Comune, recuperare gli “ammanchi” senza poter contare su un aumento dei tributi.
Sull’argomento il sindaco Caragliano non è certamente tenero: «l’opposizione consiliare continua a mantenere un atteggiamento irresponsabile anche quando gli atti deliberativi riportano i connotati delle necessità e salvaguardia degli equilibri di bilancio, quando cioè costituiscono un obbligo di legge. Martedì sera dopo la scandalosa votazione sulla Tasi del 9 settembre (votarono contro), un’imposta applicata dagli altri Comuni con l’aliquota massima, hanno posto in essere un’infantile strategia per non assumersi la responsabilità di collaborare sugli atti d’interesse generale, fuggendo alla chetichella dall’aula. La decadenza – continua Caragliano – del numero legale ha sospeso i lavori consiliari, che aggiornati a ieri non permettevano la regolare deliberazione sulle aliquote Imu prevista entro il 30 settembre. A nulla è valsa la dettagliata relazione sui minori trasferimenti fatta in aula dal rag. generale. Si cerca deliberatamente di non far rispettare il Piano di Riequilibrio votato all’unanimità il 28 gennaio scorso. Quest’ultimo – conclude il sindaco – ricordiamo è stato reso necessario dai diversi milioni di euro di debiti che il Comune deve ripianare in 8 anni. Debiti ereditati dalle passate amministrazioni, rappresentati in gran parte dagli stessi “fuggitivi” di ieri sera! Non ci sono parole di commento a cotanta ignominia, siamo stanchi di assistere a tanta “non politica” e agiremo di conseguenza assumendoci le nostre responsabilità e addebitando a chi di competenza, nelle opportune sedi, per gli anni di sprechi, consulenze, mutui a iosa e affitti d’oro che hanno procurato il dissesto delle casse dell’Ente. La dichiarazione di dissesto comporterà infatti l’aumento di tutte le aliquote al massimo e la ricaduta graverà sulle famiglie della nostra comunità».
Questa vicenda ripostese di equiibrio in Consiglio comunale da mesi ormai caratterizza l’attività dell’Ente ed ha regalato non poche sorprese che, probabilmente, non sono finite qui. A questo punto le alternative non pare siano essere molte. Non potendo aumentare il gettito delle entrate per recuperare l’ammanco della Tasi (circa € 400.000) si dovranno tagliare, obbligatoriamente, delle spese. Alternative? Il dissesto