Le creazioni dello scultore Placido Calì si evolvono all’insegna di un sempre più profondo scambio tra l’ambiente ed il sé interiore
Uno dei giovani artisti acesi notati recentemente, in pieno agosto, sia all’Expo Arte e Artigianato di Pedara che alla Mostra che ha avuto luogo al Museo del Carretto siciliano, ad Aci Sant’Antonio, è Placido Calì, classe 1978, scultore.
Giovanissimo, nel 1995 al Comune di Acireale allestisce una sua Mostra personale, e un’altra nel ‘99 presso l’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo dal titolo “L’anima”. Partecipa a Mostre collettive in Sicilia e a Roma (Galleria “Il Leone” e Galleria “Il mondo dell’arte”, a Eboli (PZ) si classifica secondo nel concorso nazionale di ceramica “Carlo Levi”, a Riposto (1996) si classifica primo al Premio nazionale “ArteMare”. Ed ancora: partecipa con successo, a Cuneo (1999), al concorso internazionale “Scultura da vivere” e, nello stesso anno, a Roma, al premio internazionale di scultura “Terzo Millennio”.
Nelle sue più recenti creazioni si è notato che le linee che avvolgevano i corpi ne davano i volumi, creando così una nuova pelle, un confine nuovo, in un contatto diverso con lo spazio circostante. All’Expo di Pedara (8-16 agosto) ha esposto la sua collezione Mitrarte costituita da quindici opere in terracotta ceramizzata, formato 15 x 15 x 60 cm, e ad Aci Sant’Antonio (21-23 agosto) ha modellato la scultura in argilla dal titolo “Ruotando” che ha poi donato alla Mostra.
Placido Calì, così, continua la sua ricerca nel trasmettere lo scambio che avviene tra l’ambiente ed il se, dove all’interno il se porta l’anima che viene diffusa dai corpi, dalle forme e dalla materia. In “Mitrarte” il giovane scultore acese fa in modo che la luce, trattenuta dai colori, venga riflessa e inviata all’ambiente, mantenendo una linea sottile, impalpabile tra interno ed esterno, tra spazio e anima.
Camillo De Martino