Il vino dà allegria a chi lo beve e benessere economico ai viticoltori ed ai territori che hanno la fortuna di produrlo. Ma se viene “diluito” con la politica può dar luogo ad effetti negativi, come la ventilata soppressione dell’Enoteca Regionale di Castiglione di Sicilia.
Quest’ultima era stata solennemente tenuta a battesimo nel 2011 in quanto “fiore all’occhiello” di un Comune cui il Governo Regionale aveva concesso tale tipo di struttura (una delle due in tutta la Sicilia assieme a quella di Alcamo), finalizzata a valorizzare la viticoltura e le cosiddette “Strade del Vino” non solo nell’area etnea, ma in tutto il versante est dell’isola, contribuendo altresì a consolidare il comparto del turismo enogastronomico. L’iniziativa risale ai tempi della Giunta regionale guidata da Totò Cuffaro, la quale recepì una proposta avanzata al riguardo dell’on. Giuseppe Castiglione (oggi europarlamentare), poi approvata dall’Ars.
In questi giorni, però, si è appreso che l’Enoteca Regionale castiglionese potrebbe avere le ore contate, visto che non è mai entrata in funzione, malgrado i fondi regionali ed europei già impiegati dagli amministratori locali per arredare la relativa sede, a suo tempo individuata nelle stanze del “blasonato” Castello Lauria.
E proprio in quest’ultimo starebbe il cosiddetto “nocciolo della questione”: si teme, infatti, che la Regione o dei soggetti privati, attraverso il “cavallo di Troia” dell’Enoteca, possano definitivamente appropriarsi dello storico edificio. E dire che era stato l’attuale primo cittadino castiglionese Salvatore Barbagallo, nel corso della sua precedente sindacatura, a destinare all’Enoteca Regionale i locali dell’antico maniero.
Non poche perplessità pone, inoltre, l’assetto societario del relativo organismo gestionale, del quale fanno parte soggetti rappresentanti di società ormai in liquidazione (come la “Golf Tour” ed il Distretto “Taormina-Etna”) o che nulla hanno a che vedere con il vino; mentre, stranamente, non risultano coinvolte né le quarantacinque cantine del comprensorio né le altre municipalità etnee ed, in generale, a vocazione vitivinicola della Sicilia Orientale.
Sta di fatto che il particolare caso è approdato nei giorni scorsi all’ordine del giorno di un’apposita seduta della Terza Commissione Consiliare dell’Assemblea Regionale Siciliana, la quale ha chiesto lumi in merito alla mancata attivazione dell’Enoteca castiglionese a ben dodici anni dalla sua istituzione ed a tre dall’insediamento della relativa società privata, della quale fanno parte il “Consorzio Tutela Vini Etna Doc”, il “Consorzio Golf Tour”, il “Consorzio Faro Doc”, il “Distretto Taormina-Etna”, il Gal “Terre dell’Etna e dell’Alcantara”, il Parco dell’Etna ed, ovviamente, il Comune di Castiglione di Sicilia, il cui sindaco del tempo, Claudio Scavera, nominò come proprio rappresentante nell’organo direttivo Giuseppe Raiti, poi eletto presidente del CdA. Ma un anno dopo, col ritorno (a seguito delle elezioni amministrative del 2012) di Salvatore Barbagallo alla guida del Comune, Raiti rassegnò le dimissioni per lasciare il posto ad un “uomo di fiducia” del nuovo Esecutivo, la cui nomina, però, non è mai avvenuta.
Nello scorso luglio, infine, si sono dimessi in massa anche gli altri dirigenti perché impossibilitati ad operare a causa della mancata assegnazione ufficiale da parte del Comune (attraverso la stipula di un’apposita convenzione) della sede del Castello Lauria, per i cui arredi, però, sono già stati spesi oltre cinquecentomila euro di fondi regionali ed europei.
Adesso, dunque, la Regione Siciliana (anche a seguito di un’interrogazione al riguardo presentata esattamente un anno fa dal Movimento 5 Stelle) vuole giustamente conto e ragione del perché si sia effettuata tale ingente spesa fine a se stessa, visto che l’Enoteca Regionale non è stata messa nelle condizioni di poter essere attivata.
E nel corso della recente audizione all’Ars, sia l’assessore alle Risorse Agricole, Ezechia Reale, e sia altri parlamentari hanno minacciato la revoca dei finanziamenti originariamente concessi all’Enoteca di Castiglione di Sicilia (e spesi per l’acquisto degli arredi) nonché il trasferimento della stessa in un altro Comune.
Sulla spinosa questione interviene, con una sua nota, il capogruppo consiliare d’opposizione Antonio Camarda. «In merito all’Enoteca Regionale – sottolinea quest’ultimo – le nostre interrogazioni e richieste di convocazione del Consiglio Comunale non si contano più. Ma ci siamo trovati di fronte alla totale inerzia dell’Amministrazione Comunale. Il serissimo rischio che si corre è di perdere una preziosa opportunità per l’economia del nostro territorio. Senza parlare delle responsabilità contabili cui i nostri amministratori potrebbero andare incontro per il mancato utilizzo degli arredi, acquistati con fondi pubblici per far funzionare una struttura mai attivata».
Onde evitare tali spiacevoli conseguenze (perdita della sede, responsabilità patrimoniali, ecc.), la Commissione Agricoltura della Regione Siciliana si è riservata di convocare quanto prima gli attuali amministratori comunali castiglionesi per tentare di trovare una soluzione concordata che consenta alla “Città del Vino” di non lasciarsi scioccamente sfuggire l’ambito ed esclusivo privilegio di ospitare una delle due enoteche regionali previste in tutta l’isola, che farebbe gola, specie con riferimento al comprensorio etneo, a qualsiasi altro Comune.
Rodolfo Amodeo
FOTO: i soci fondatori dell’associazione che avrebbe dovuto gestire l’Enoteca Regionale di Castiglione di Sicilia il giorno di tre anni fa in cui si riunirono per sottoscrivere l’atto costitutivo