Ci siamo già occupati in questi mesi dell’incompiuta più “in vista” ma anche più utilizzata dai cittadini di Giarre, soprattutto in occasione dell’ufficializzazione della notizia che si sarebbe effettuato il collaudo della struttura (leggi l’articolo Giarre, incompiuta per sempre? Forse no). Ci riferiamo al campo di polo che insieme ad altre 4 aree della provincia di Catania sono state oggetto di uno studio da parte dell’ordine degli architetti della provincia.
Quindi, le aree sottoposte a studio sono state: l’ex Campo di polo di Giarre, “il gigante grigio”, immaginato come un grande contenitore allegro e colorato per attività ricreative e sociali; la Ferrovia dismessa di Acireale riqualificata e arricchita di un percorso ciclabile; le “rovine” di San Berillo a Catania svuotate per ampliare lo spazio e accogliere attività socio-culturali; il Teatro Bellini di che rinasce dalle sue “viscere”, rivisitando l’involucro della sala; l’Eremo del rifugio di Caltagirone riportato al suo primo significato, per permettere di godere di una condizione di solitudine, contemplazione e vicinanza; il recupero dell’architettura rupestre di Santa Maria La Vetere, a Militello Val di Catania.
Sono molto più di progetti su carta: questi lavori pensati per rigenerare cinque aree del territorio etneo sono prime pagine di un nuovo capitolo che vede protagonista la provincia di Catania e suoi “ruderi”, riportati a nuova vita grazie all’energia di giovani architetti e all’esperienza di chi fa la professione da tempo. Si sono incontrati e hanno unito le forze in occasione della settimana di workshop “Aretè” che –
«Si tratta del terzo step di questo entusiasmante percorso – ha affermato il presidente dell’Ordine Giuseppe Scannella, in apertura della conferenza ospitata al Castello Ursino – con il coinvolgimento delle Amministrazioni, primi destinatari di questi lavori che sono reali contributi a un territorio che merita la giusta attenzione: per noi non è un fatto di mercato o di parcella ma di civiltà». Scannella ha anche annunciato la prossima sfida per il progetto Aretè: una call for paper, con l’obiettivo di un confronto e un cambio di esperienze con i professionisti italiani ed internazionali.
Due le parole chiave con le quali il sindaco di Catania Enzo Bianco ha accolto l’iniziativa: «Ottimismo e qualità: il primo, dettato dalla volontà di credere in una città migliore, più bella e di recuperarne il grande valore architettonico, urbano, estetico, grazie all’energia positiva dei giovani, che portano una ventata di innovazione. A garantire l’alto livello di intervento è senz’altro la qualità delle proposte, abbinata alla consolidata sinergia tra Amministrazione e Ordini professionali». Quella che si direbbe una forma di «urbanistica sociale» come l’ha definita l’assessore all’Urbanistica Salvo di Salvo «in linea con il piano di riqualificazione urbana e culturale che il Comune sta portando avanti, con una particolare attenzione al quartiere di San Berillo». Dello stesso avviso i sindaci di Acireale, Giarre e Caltagirone, rispettivamente Roberto Barbagallo, Roberto Bonaccorsi e Nicolò Bonanno, che hanno accolto le proposte con la concreta possibilità di raccoglierne gli spunti più concreti e realizzabili a breve termine: è stata avanzata l’idea di organizzare una presentazione specifica direttamente alla comunità Calatina già nel mese di novembre, e seguire anche negli altri Comuni.
L’ottimo risultato del workshop è dovuto anche al lavoro della Fondazione, rappresentata oggi dal presidente Paola Pennisi che ha sottolineato «l’impegno profuso per