Francavilla: com’è difficile commemorare i defunti… -
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Francavilla: com’è difficile commemorare i defunti…

Francavilla: com’è difficile commemorare i defunti…

Parecchi cittadini, che già in questi giorni si sono recati nel pregevole cimitero monumentale della cittadina dell’Alcantara per rendere onore ai cari estinti, lamentano la non completa pulizia del luogo sacro e l’assenza dei bidoni in cui gettare i rifiuti. E sono in tanti ad invocare anche una più “esteticamente gradevole” dislocazione dei cavi elettrici dell’illuminazione votiva

Nell’approssimarsi dell’annuale ricorrenza della Commemorazione dei Defunti, i cittadini francavillesi hanno già cominciato da un paio di giorni a recarsi alla volta del cimitero di contrada Cappuccini per adornare di fiori le rispettive tombe di famiglia. Ma per molti di loro la nobile operazione non è stata affatto agevole.

In diversi angoli del luogo sacro, infatti, il personale comunale competente non ha provveduto a togliere le erbacce e le sterpaglie che inevitabilmente proliferano durante l’anno nelle immediate adiacenze delle tombe.

Intere zone dell’estrema dimora francavillese, inoltre, sono rimaste sprovviste dei bidoni in cui depositare i rifiuti (fiori appassiti, gambi, carta stagnola, ecc.) che solitamente si producono all’atto di rendere onore ai propri cari estinti. C’è stato, dunque, chi ha dovuto riportarsi a casa (magari in… borsetta) gli “avanzi” delle deposizioni floreali, e chi, invece, ha lasciato il tutto a cielo aperto, magari gettandolo nei prima citati angoli già di per sé degradati dalle erbacce.

Rispetto agli anni passati, non costituisce, invece, una novità lo sgradevole dipanarsi dei fili elettrici dell’illuminazione votiva, che giungono ad “imbrigliare” diverse tombe, anche di un certo pregio, mentre saggezza e senso estetico vorrebbero che l’impatto visivo di tale tipo di impianto fosse ridotto al minimo attraverso una meno raffazzonata dislocazione dei cavi.

Ma, al di là di tali “brutture”, in queste particolari giornate la comunità francavillese ha la possibilità di prendere coscienza dei notevoli pregi artistici del camposanto di contrada Cappuccini, realizzato alla fine dell’Ottocento su progetto del noto architetto Leone Savoja, “autore” anche del cimitero di Messina.

Nella zona monumentale, in particolare, ci si ritrova al cospetto di una sorta di “museo en plein air”, pullulante di sculture in stile Liberty che si stagliano da marmi bianchi di Carrara e da pareti in tufo giallo di Siracusa: sono i busti e gli annessi fregi che arredano le tombe di eminenti cittadini del luogo (tra cui scrittori, musicisti, esponenti del clero, magistrati e podestà) vissuti a cavallo tra l’Ottocento ed i primi del Novecento. Purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti i danni causati a queste autentiche opere d’arte dalle muffe originatesi da un difettoso sistema di raccolta delle acque e, più in generale, dal totale disinteresse verso la loro conservazione.

L’indifferenza e l’incuria, protrattesi nei decenni, verso questo così significativo luogo pregno di storia e bellezze estetiche, hanno inoltre portato ad una situazione di serio pericolo: da parecchie tombe, infatti, interi pannelli ed altre parti in marmo potrebbero, da un momento all’altro, staccarsi e cadere al suolo, mettendo a rischio l’incolumità dei visitatori.

Purtroppo, ad alcuni scempi non si può più ovviare. A cominciare da quelle tombe dall’orribile gusto moderno realizzate a partire dagli Anni Settanta all’interno della zona storica, con il risultato di rovinarne l’estetica complessiva.

Sarebbe, dunque, ora di salvare almeno il salvabile e destinare ad una fruizione artistico-culturale, e non semplicemente cultuale, il cimitero monumentale di Francavilla di Sicilia, testimone di un glorioso passato che le nuove generazioni, purtroppo, ignorano pressoché totalmente.

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: una tomba del cimitero di Francavilla sommersa dalle erbacce ed un’altra (di cui, per il diritto alla privacy, abbiamo occultato l’epigrafe) “imbrigliata” dai fili dell’impianto di illuminazione votiva

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