Crollati questi castelli che nella caduta hanno trascinato i sacerdoti che in queste nuove chiese avrebbero officiato, sempre le stesse messe, bisogna ricominciare di nuovo e trovare nuove strade, le quali presentano, solamente, due punti di ingresso: abbandonare la coalizione di Nello Lo Turco e presentarsi, sfidandolo oppure abbandonare la speranza di candidarsi a sindaco e presentarsi, se ancora saranno accettati nell’aggregazione Lo Turco.
Qualunque sarà la scelta, il risultato è scontato: la loro sconfitta. Se saranno ancora accettati, cosa molto improbabile, saranno sempre considerati come disturbatori e saranno perennemente ostacolati; se non saranno accettati, cosa molto probabile dovranno entrare in altre aggregazioni che sicuramente avranno i loro aspiranti alla carica di primo cittadino e non lasceranno spazi ai nuovi arrivati. In sintesi, Nello Lo Turco con la sua ricandidatura, che da tanti era stata ritenuta improbabile, ha ottenuto la sua prima vittoria, creando disagio e scompiglio in quanti lo davano sicuramente al tappeto. Quanti stanno vicino al sindaco uscente non hanno capito, o, forse non conveniva loro capire, che dietro l’aspetto sornione e accondiscendente del primo cittadino, si celava il volto di un programmatore, attento, calcolatore e scaltro. Aver fatto pensare ad un suo possibile ritiro, accendeva mire e desideri che con il passar del tempo si sono ingigantiti. Tanti speravano di ereditare e su queste speranze hanno costruito ipotesi che alla fine non hanno portato a nessuna conclusione, in quanto sbagliate.
Aristotele ci insegna che in nessun sillogismo, quando la premessa è sbagliata la conclusione potrà essere giusta.
Aver lasciato sperare è stata l’arma vincente e segreta di Nello Lo Turco, che ancora oggi, non afferma, ma neppure smentisce, quanto scriviamo. Sicuramente non avremmo mai scritto quanto pubblicato, se le nostre fonti non fossero state più che affidabili. Gli avversari politici e fra questi anche i non più amici, si combattono anche con l’arma del non dire, così da ingenerare e far nascere ipotesi che alla fine non reggeranno. Nello Lo Turco, sicuramente si ripresenterà. Questo alcuni partiti lo hanno capito e giustamente si preparano ad esaminare la situazione e preparasi a scendere in piazza con i loro rappresentanti. Costretti a riconsiderarsi a causa degli ultimi avvenimenti, alcuni candidati dovranno rivedere le loro strategie già disposte e studiare nuove tattiche che possano far vincere le prossime elezioni, che si presentano difficili e piene di imprevisti. Le ultime amministrazioni non sono state all’altezza del compito che si erano assunte: far crescere Giardini. I giardinesi sono stanchi delle solite promesse. Non credono più agli amministratori di mestiere e ai capi popolo eterni e preferiscono disertare le urne elettorali. Gli ultimi risultati hanno evidenziato che il partito vincente, è stato quello degli astensionisti: 52 %. Questo dimostra che i vecchi nomi non sono più credibili e che i cittadini sono stanchi di quanti hanno amministrato.
Occorrono persone nuove: uomini e donne che sappiano, scendendo in mezzo ai giardinesi, capire, ascoltare e, ascoltando, operare. Per vincere il disagio amministrativo, trasformatosi in abbandono, occorrono aggregazioni con ideali affini e con afflati politici conseguenti.
Nello Lo Turco se vuole ancora sperare in una vittoria, deve essere capace di presentarsi con una lista coesa, preparata e rispettosa delle decisioni prese, dopo averle attentamente valutate e sezionate. Non faccia l’errore di voler riportare in Consiglio gli stessi uomini che ha. Sarebbe un suicidio. Ha vinto la prima battaglia creando scompiglio e disorientamento fra quanti avrebbero voluto succedergli; deve ricordarsi però che gli avvenimenti preparano le cose e determinano quanto si deve fare. Il cambiamento è vita perché tutto si rinnova perché: nihil aeternum est.
Francesco Bottari