Telefoni muti, contatori privi di protezione alla portata di bambini e adulti. E ancora sabotaggi e pubblica illuminazione in avaria. Non solo. Alla vigilia delle festività natalizie proprio quando, statisticamente i reati predatori, tra cui rapine e scippi, registrano una significativa impennata, la videosorveglianza territoriale, costituita da un sistema di telecamere che monitora il centro storico e gli obiettivi più sensibili della città, è fuori uso da svariati mesi.
Già, e quindi che si fa? Permettiamo alla clausola che manca di mettere a repentaglio la sicurezza di una città? Ma quello delle telecamere è un problema che si trascina da quasi un decennio, ad esempio, nel quartiere Camposanto vecchio dove a nulla sono valsi gli accorati appelli lanciati, a più riprese, dal parroco del Duomo, Domenico Massimino. Le telecamere installate per sorvegliare la piazzetta De Andrè e l’annessa area archeologica delle cripte di S.Agata, di recente al centro di un importante intervento di riqualificazione e valorizzazione del sito, non sono mai entrate in funzione, eccetto che per qualche mese, una decina di anni orsono.
Nel frattempo, nel quartiere alle spalle di piazza Duomo, dove la notte bivaccano sulle nuove panchine (trasformate in letti) indigenti ed extracomunitari, i quadri elettrici, nonostante le numerose segnalazioni, sono alla portata di tutti, ad altezza d’uomo e con gli sportelli pericolosamente aperti e privi di lucchetto. Ma anche questo, a Giarre, purtroppo, non è una novità visto che di quadri elettrici aperti ce ne sono diversi, tra cui uno molto pericoloso, in via Principe di Piemonte, a pochi metri dall’ingresso dell’Ipab “L.Marano”.
E non è finita. Dalla scorsa estate tutti i telefoni degli uffici del Comune, pubblici e non, compresi quelli del Comando di polizia municipale, le scuole e gli altri uffici comunali periferici, non funzionano in uscita, bensì possono solo ricevere. Incredibile ma vero! Facile immaginare le difficoltà di funzionari e impiegati che non riescono a contattare, ad esempio, gli uffici della Regione o altre strutture pubbliche. Analogamente le scuole le cui segreterie non possono espletare al meglio l’attività gestionale.